Bell’articolo, tra ricordi e realismo come altri del prof. Ruggeri.
E’ tutto lo sport, anche quello semplice e pulito (soprattutto quello. Scommettiamo? Spero di perdere la scommessa), che non si sa come andrà a finire, come i lavori, l’arte, il canto, il turismo, la festa, le tradizioni… E’ di tutta la nostra vita, che non si sa cosa faranno anche se si intuisce cosa ne vogliano fare, polvere afona per il loro mondo asettico di schiavi sani, di tossici di paura.
Sogno (così ci hanno ridotto: a fare di un diritto un sogno) bambini che sudano dietro a un pallone e non dietro ad un bavaglio, bambini che si urtano e si avvicinano con tutti i sintomi meravigliosi della normalità e della vita. Quei sintomi che, quelli sì (del covid invece dopo un anno dicono di sapere poco o niente, come un anno fa dicevano di sapere tutto), hanno analizzati con mengeliana precisione per toglierceli a uno a uno, per guarirci perversamente dalla voglia di vivere.
Vogliono oscurare i bambini, vogliono oscurare il sole…
Jimbo
6 Marzo 2021, 18:57 18:57
Per quanto riguarda il futuro del calcio (ho suddiviso appositamente i due post) credo occorra paragonarlo all’intera situazione economica.
La parabola è a mio avviso identica.
Nei ’60-’70 i top player guadagnavano di più degli altri ma non un’esagerazione. Il Potere delle grandi squadre esisteva già ma non occupava tutti gli spazi. In Italia squadre come Fiorentina, Bologna, Cagliari, Lazio, Torino potevano … gareggiare.
Poi il calcio ha preso “la strada neoliberista” della crescita a tutti i costi, investendo esclusivamente sulle squadre più forti. Le altre sono fallite o zombies.
Ora la parabola di quello che lei chiama il ceo capitalism è uguale a quella del ceo football.
Come andrà a finire non lo so, ma le strade che lei indica sono sostanzialmente le stesse due della questione economica.
O SI CONVIVE CON LA RECESSIONE O SI DEVE TROVARE UN MODO PER DOPARE IL SISTEMA.
Jimbo
6 Marzo 2021, 18:48 18:48
Egregio Ruggeri sono ormai un moderato tifoso del Milan e del Liverpool (una volta seguivo di più), ma per un breve periodo ho tifato il Torino.
Era la metà dei ’70 e seppure il Milan era una del top italiane, impazzivo per il Toro. Fu l’unica volta che tifai una squadra italiana contro il Milan.
Il mix tra il cupo color granata di quegli anni e i 3 calciatori per me più forti di quel periodo (Castellini, Sala e Puliciclone) me lo fece preferire al Milan soprattutto in chiave anti-juventina.
Ricordo bene quegli anni quando solo il Potere al quale lei accenna ammonì a quel Toro che lo scudetto doveva prendere altre strade. Sempre nella stessa città. Della serie: TI FACCIAMO VINCERE LO SCUDO UNA VOLTA POI NON ROMPERE + I COGL….I.
E’ stato il primo brutto incontro/scontro con il Potere.
piero
6 Marzo 2021, 18:30 18:30
diciamo che il Covid ha portato una forma di igiene nel mondo del calcio eliminando senza intervento di Polizia e Carabinieri tutto quel carico di violenza verbale e fisica cui eravamo abituati e rassegnati a dover sopportare. Lo sport più bello del mondo dal punto di vista estetico e passionale, mondato di quel contorno di campanilismo esasperato ,ossia disponibile solo più in televisione , come adesso, potrebbe essere anche ben accetto.
alessandro
6 Marzo 2021, 18:02 18:02
E le dico ancora di +:
Le persone sarebbero + FELICI di andare ad 1 Stadio a vedere la loro SQUADRA ” del cuore “, SOLO PER confermare che effettivamente sono BRAVI, e NON perchè vengono PAGATI MILIONI di euro…………….., tutte queste SOCIETA’ di TRUFFATORI, dovrebbero essere ABOLITE.
Lo SPORT, non è 1 MERDA FINANZIARIA.
Gianluca
6 Marzo 2021, 17:57 17:57
Nove commenti su undici alle ore 18 da parte dello Psicopatico del blog. Passa la voglia di commentare, saluti cordiali a tutti.
Bell’articolo, tra ricordi e realismo come altri del prof. Ruggeri.
E’ tutto lo sport, anche quello semplice e pulito (soprattutto quello. Scommettiamo? Spero di perdere la scommessa), che non si sa come andrà a finire, come i lavori, l’arte, il canto, il turismo, la festa, le tradizioni… E’ di tutta la nostra vita, che non si sa cosa faranno anche se si intuisce cosa ne vogliano fare, polvere afona per il loro mondo asettico di schiavi sani, di tossici di paura.
Sogno (così ci hanno ridotto: a fare di un diritto un sogno) bambini che sudano dietro a un pallone e non dietro ad un bavaglio, bambini che si urtano e si avvicinano con tutti i sintomi meravigliosi della normalità e della vita. Quei sintomi che, quelli sì (del covid invece dopo un anno dicono di sapere poco o niente, come un anno fa dicevano di sapere tutto), hanno analizzati con mengeliana precisione per toglierceli a uno a uno, per guarirci perversamente dalla voglia di vivere.
Vogliono oscurare i bambini, vogliono oscurare il sole…
Per quanto riguarda il futuro del calcio (ho suddiviso appositamente i due post) credo occorra paragonarlo all’intera situazione economica.
La parabola è a mio avviso identica.
Nei ’60-’70 i top player guadagnavano di più degli altri ma non un’esagerazione. Il Potere delle grandi squadre esisteva già ma non occupava tutti gli spazi. In Italia squadre come Fiorentina, Bologna, Cagliari, Lazio, Torino potevano … gareggiare.
Poi il calcio ha preso “la strada neoliberista” della crescita a tutti i costi, investendo esclusivamente sulle squadre più forti. Le altre sono fallite o zombies.
Ora la parabola di quello che lei chiama il ceo capitalism è uguale a quella del ceo football.
Come andrà a finire non lo so, ma le strade che lei indica sono sostanzialmente le stesse due della questione economica.
O SI CONVIVE CON LA RECESSIONE O SI DEVE TROVARE UN MODO PER DOPARE IL SISTEMA.
Egregio Ruggeri sono ormai un moderato tifoso del Milan e del Liverpool (una volta seguivo di più), ma per un breve periodo ho tifato il Torino.
Era la metà dei ’70 e seppure il Milan era una del top italiane, impazzivo per il Toro. Fu l’unica volta che tifai una squadra italiana contro il Milan.
Il mix tra il cupo color granata di quegli anni e i 3 calciatori per me più forti di quel periodo (Castellini, Sala e Puliciclone) me lo fece preferire al Milan soprattutto in chiave anti-juventina.
Ricordo bene quegli anni quando solo il Potere al quale lei accenna ammonì a quel Toro che lo scudetto doveva prendere altre strade. Sempre nella stessa città. Della serie: TI FACCIAMO VINCERE LO SCUDO UNA VOLTA POI NON ROMPERE + I COGL….I.
E’ stato il primo brutto incontro/scontro con il Potere.
diciamo che il Covid ha portato una forma di igiene nel mondo del calcio eliminando senza intervento di Polizia e Carabinieri tutto quel carico di violenza verbale e fisica cui eravamo abituati e rassegnati a dover sopportare. Lo sport più bello del mondo dal punto di vista estetico e passionale, mondato di quel contorno di campanilismo esasperato ,ossia disponibile solo più in televisione , come adesso, potrebbe essere anche ben accetto.
E le dico ancora di +:
Le persone sarebbero + FELICI di andare ad 1 Stadio a vedere la loro SQUADRA ” del cuore “, SOLO PER confermare che effettivamente sono BRAVI, e NON perchè vengono PAGATI MILIONI di euro…………….., tutte queste SOCIETA’ di TRUFFATORI, dovrebbero essere ABOLITE.
Lo SPORT, non è 1 MERDA FINANZIARIA.
Nove commenti su undici alle ore 18 da parte dello Psicopatico del blog. Passa la voglia di commentare, saluti cordiali a tutti.