Esteri

Così Kamala Harris ha schivato la quarantena - Seconda parte

Perché Harris non fa la quarantena?

Ma torniamo ai prodi paladini del Texas, evasi dallo Stato Lone Star per negare ai repubblicani il quorum sull’approvazione del disegno di legge  – sul modello di quello già introdotto in Florida mesi fa dal governatore sempre repubblicano Ron DeSantis – per assicurare l’integrità elettorale. Al loro arrivo al capezzale di Biden, i “disobbedienti” sono stati accolti in pompa magna dalla stampa e ricevuti sia dal presidente che dalla sua vice Kamala Harris. Entrambi, prontamente, hanno risfoderato il prontuario di accuse di razzismo, già utilizzate contro la proposta di messa in sicurezza del voto elettorale in Georgia (The Election Integrity Act 2021). Peccato che a rovinare la festa ci abbia pensato la notizia dei contagi, rivelata dal Texas Tribune. Un incidente che ieri ha costretto la Harris a un blitz presso il Walter Reed Medical Center per una visita definita “di routine”. Secondo i maligni, la Harris sarebbe andata a farsi somministrare una dose di Regeneron, dato che la domenica non sono contemplate negli ospedali visite “di routine”. Symone Sanders, capo dei portavoce della Harris, ieri ha dichiarato che né la vice presidente né il suo staff si sottoporranno a quarantena: “In base  alla timeline degli incontri non risulterebbero essere stati esposti a stretto contatto con i membri della delegazione risultati positivi e non necessitano quindi di sottoporsi a test e quarantena, anche perché completamente vaccinati”. A differenza di Boris Johnson, anche lui doppiamenhte vaccinato, che proprio oggi ha invece annunciato l’auto-isolamento, dopo il suo contatto con il ministro della Salute Matt Hancock, risultato positivo al Covid-19.

Le regole Covid a targhe (progressiste) alterne

Strana l’applicazione delle regole Covid per chi, come la Harris, da un lato appare talmente prudente da continuare a indossare in ogni occasione pubblica, anche all’aperto col suo compagno vaccinato, la doppia mascherina – raccomandata dal virologo Anthony Fauci, ma sconsigliata dalle nuove linee guida emandate dal Cdc – mentre  dall’altro lato appare piuttosto temeraria nel non volersi sottoporre a un test, e tantomeno alla quarantena, a dispetto dei recentissimi contatti ravvicinati con più individui risultati infetti. Ma la Harris ci ha abituato alle contraddizioni senza troppe spiegazioni. Oggi raccomanda a tutti la doppia dose di vaccino, ma poco prima dell’elezione di Biden aveva confessato in tv che se il siero fosse stato sponsorizzato da Donald J. Trump, lei lo avrebbe rifiutato perché non si sarebbe sentita sicura. E il fato l’ha accontentata: l’antidoto miracoloso è comparso solo dopo la vittoria certificata dei Democratici alla Casa Bianca. Si è così scongiurato il pericolo che anche il vaccino venisse etichetatto come “Jim Crow”. Ovvero, un siero razzista & sovranista. Anche se era il frutto innegabile della lungimirante operazione Warp Speed, avviata proprio dall’odiato Trump.

Beatrice Nencha, 20 luglio 2021

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