Politica

Così la Costituzione verde ammazzerà l’impresa - Seconda parte

Il Parlamento modifica la Carta e la rende ambientalista. I pericoli di un “lockdown green”

Intanto esulta il ministro alla transizione ecologica Cingolani; peccato che si tratti della stessa persona che aveva appena dichiarato pubblicamente che l’essere umano è un “parassita” del pianeta, dato che consuma, ma non produce nulla; e che il pianeta stesso sarebbe “programmato” (?) per 3 miliardi di persone, sicché gli altri possono anche crepare, dato che disturbano solo: e allora che sarà mai trovare nuovi pretesti per rinchiuderli nuovamente in casa, come politica di riduzione di quel danno?

E intanto, con la riforma dell’articolo 41, si costituzionalizza la pianificazione economica a fini ambientali, come dire che codesta “transizione green” sarà anche il pretesto per imporre nuovi costi alle imprese sotto forma di obblighi di ristrutturazione industriale sulla base dei nuovi desiderata governativi; in genere funziona così, che i costi gravano sui piccoli, per diventare profitti per i grossi, che poi sono sempre i più felici destinatari delle provvidenze governative.

Ma Draghi qualche hanno fa l’ha detto chiaro e tondo che la microimpresa deve sparire in quanto inefficiente e non pagatrice adeguata di imposte; forse che questa non è anche da molto tempo la politica dell’Unione Europea, dato che i vincoli che impone sono sempre troppo costosi per le piccole imprese, e quindi funzionano sempre come “spinta gentile” nella direzione della loro chiusura e della loro sostituzione con i ben più “efficienti” (che poi è tutto da vedere) soggetti di grande dimensione?

In effetti, tutto si tiene sotto il cielo.

Fabio Massimo Nicosia è avvocato e presidente del Partito Libertario

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