Son bastati i primi, pochi passi ufficiali del governo Meloni, e il”castello di sabbia” messo su in tutti questi anni di egemonia culturale dalla sinistra è crollato come d’incanto. Quelli che erano automatismi mentali e verbali, tic di pensiero, totem e correlativi tabù, affermazioni forti acclamate come granitiche verità non discutibili ma in verità mai ragionate e argomentate, sono stati semplicemente smontati. In maniera così radicale e semplice (la verità non è mai complessa) da lasciare atonica, afona, al massimo ridotta a ripetere senza convinzione e timidamente qualche slogan del passato, la sinistra di opposizione.
Si pensi un attimo al gioco di squadra fra Meloni e Salvini che ha letteralmente spiazzato e messo in crisi ieri Letta e compagni. Quando di buon’ora il segretario della Lega ha annunciato che il governo avrebbe innalzato a diecimila euro il tetto d’utilizzo del contante, già la macchina propagandista si era messa in moto per segnalare colpi di mano che avrebbero irritato la Meloni e indebolito il governo che tutto era fuorché coeso. Una bufala! Passate poche ore, non solo la Meloni confermava le parole del suo vice ma assestava ai sinistri un fendente dei suoi: quello di una presunta correlazione fra uso del contante ed evasione è un falso sillogismo, o un sofisma, sconfessato anche da un esperto della loro parte, Padoan. Ko tecnico!
E che dire del mito della scienza, del “modello Speranza” che aveva guidato la gestione della pandemia e che aveva fatto sì che la sinistra accusasse di irresponsabilità chiunque manifestasse qualche piccola perplessità o un’obiezione. Qui la premier ha affermato che la scienza non può farsi a sua volta religione, ed ha sciorinato le cifre: siamo stati il Paese con le misure più restrittive e lesive delle libertà fondamentali di tutto l’Occidente e nonostante ciò siamo anche uno di quelli che ha registrato più vittime.
E che dire di quell’altra grossa bugia istituzionalizzata per cui il presidenzialismo sarebbe il succedaneo del fascismo, il parto di chi sogna un uomo (in questo caso una donna) solo al comando? Il semplice fatto che esso sia la regola in molte democrazie occidentali taglia la testa al toro. E si può poi affermare che le manifestazioni di piazza contro il pericolo del fascismo siano una palestra di democrazia, mentre vogliono proprio negare agli altri il primo diritto che la democrazia deve per principio tutelare: quello di parlare? Ci piace, in definitiva, questa destra che non è sulla difensiva, che smonta i falsi teoremi di sempre rispondendo per le rime a chi li ripropone, con argomenti inoppugnabili, senza complessi di inferiorità e reverenze mal riposte. E che impone le sue parole e i suoi discorsi. In un attimo tutta la sicumera e l’arroganza della sinistra scompare. E i piedi d’argilla su cui quel colosso si reggeva si sgretolano.
Corrado Ocone, 27 ottobre 2022