il pnrr viene “messo a terra” perchè copre più o meno quello che l’italia si mangia in un anno in evasione fiscale…
Francesca
16 Novembre 2022, 20:41 20:41
Bravo! Concordo pienamente con l’autore.
Valter Valter
16 Novembre 2022, 18:24 18:24
Ricossa non si prendeva mai troppo sul serio, diceva più o meno che gli economisti se fossero così bravi nell’azzeccare le previsioni che fanno sarebbero tutti ricchi e perciò farebbero un altro mestiere.
Fabi0
16 Novembre 2022, 17:52 17:52
Il controllo della narrazione passa inevitabilmente dall’invenzione e imposizione di un lessico nuovo, preferibilmente ridondante, fumoso e nosense.
Quando per esempio senti uno che usa la parola “resilienza”, sai già al 99% che il discorso verte sul nulla, tutta fuffa. Così come inclusione, sostenibilità, sovranismo etc etc etc
Figurarsi poi se tutto questo non attecchisce benissimo in un Paese dove da sempre esiste quella strana lingua soprattutto delle istituzione italiane, appunto il politichese-burocratese, che esprime con 1000 paroloni altisonanti e inutili, concetti esprimibili in 10 parole chiare e semplici.
Flavio Pantarotto
16 Novembre 2022, 17:37 17:37
Pensiamo all’imprinting che abbiamo trasmesso ai millennials ed alla generazione Z: i risvolti Green della share economy, il global impact
di certe scelte politiche orientate da think tank che impongono le illusioni del wishful thinking come ologrammi in una realtà aumentata sovrapposta a quella tangibile tanto da confondere il virtuale col reale in un continuo brainwashing che alimenta il gap transgenerazionale.
–
Il “politichese” non era poi così male.
Kim
16 Novembre 2022, 16:26 16:26
Voi gente per bene che pace cercate, la pace per fare quello che voi volete, ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra, vogliamo vedervi finire sottoterra
il pnrr viene “messo a terra” perchè copre più o meno quello che l’italia si mangia in un anno in evasione fiscale…
Bravo! Concordo pienamente con l’autore.
Ricossa non si prendeva mai troppo sul serio, diceva più o meno che gli economisti se fossero così bravi nell’azzeccare le previsioni che fanno sarebbero tutti ricchi e perciò farebbero un altro mestiere.
Il controllo della narrazione passa inevitabilmente dall’invenzione e imposizione di un lessico nuovo, preferibilmente ridondante, fumoso e nosense.
Quando per esempio senti uno che usa la parola “resilienza”, sai già al 99% che il discorso verte sul nulla, tutta fuffa. Così come inclusione, sostenibilità, sovranismo etc etc etc
Figurarsi poi se tutto questo non attecchisce benissimo in un Paese dove da sempre esiste quella strana lingua soprattutto delle istituzione italiane, appunto il politichese-burocratese, che esprime con 1000 paroloni altisonanti e inutili, concetti esprimibili in 10 parole chiare e semplici.
Pensiamo all’imprinting che abbiamo trasmesso ai millennials ed alla generazione Z: i risvolti Green della share economy, il global impact
di certe scelte politiche orientate da think tank che impongono le illusioni del wishful thinking come ologrammi in una realtà aumentata sovrapposta a quella tangibile tanto da confondere il virtuale col reale in un continuo brainwashing che alimenta il gap transgenerazionale.
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Il “politichese” non era poi così male.
Voi gente per bene che pace cercate, la pace per fare quello che voi volete, ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra, vogliamo vedervi finire sottoterra