Giustizia

Cospito fa il furbo: la Corte non tocca il 41bis, ma lui ferma lo sciopero

La Consulta ha dato il via libera allo sconto di pena l’anarchico. Non c’entra col “carcere duro”, ma lui interrompe lo sciopero

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Era dall’ottobre dello scorso anno che Alfredo Cospito, il primo anarchico condannato all’ergastolo e sottoposto al regime del 41-bis, aveva iniziato lo sciopero della fame. Dopo lunghi mesi, in cui si è discusso della possibilità di revocare il “carcere duro” per le sue delicate condizioni di salute, arriva un prima “vittoria giudiziaria” della difesa, che però non inciderà direttamente sul 41-bis, ma solo su un possibile sconto di pena.

La Consulta su Cospito

Nella giornata di ieri, infatti, la Consulta ha aperto a questo scenario, dichiarando illegittimo il quarto comma dell’art. 69 del codice penale, in merito all’applicazione delle circostanze attenuanti. A tal riguardo, appunto, la Corte ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della disposizione, nella misura in cui vieta al giudice di considerare eventuali circostanze attenuanti come prevalenti sull’aggravante, “nei casi in cui il reato è punito con la pena edittale dell’ergastolo”. Cosa significa?

Per l’attentato alla Scuola allievi carabinieri di Fossano del 2 giugno 2006, Cospito sta scontando una pena di 20 anni di reclusione, ma la Cassazione ha riqualificato il reato come strage politica, che è punita con l’ergastolo, obbligando la Corte d’Appello di Torino a rideterminare la pena da irrogare. In tale ambito, i giudici piemontesi hanno richiesto l’intervento della Corte Costituzionale per verificare l’applicazione dell’attenuante dei fatti di lieve entità, che andrebbe a ridurre la pena di un terzo, e su cui la Consulta ha dato via libera.

Per approfondire:

Sciopero della fame

Pochi minuti fa, Alfredo Cospito ha interrotto lo sciopero della fame, come annunciato dal Tribunale di Sorveglianza di Milano, senza però dare nessuna motivazione a riguardo. Il dato curioso, però, è che la “linea dura” dell’anarchico sia terminata proprio all’indomani del verdetto della Consulta. Un dato curioso, appunto, per un terrorista che si era detto “pronto a morire per far conoscere al mondo cos’è il 41-bis”.

Insomma, è bastata una decisione della Corte Costituzionale sulla riduzione della pena per cambiare le idee del terrorista. In fondo, ora lo scenario è nuovo ed è solo un vecchio remake il Cospito che si faceva portavoce delle sofferenze dei detenuti al regime del carcere duro. Scriveva lo scorso marzo in una lettera: “La mia morte porrà un intoppo a questo regime. Spero che i 750 che subiscono da decenni il 41-bis possano vivere una vita degna di essere vissuta, qualunque cosa abbiano fatto”.

Oggi, con la compilazione di un modulo prestampato, l’anarchico-terrorista ha messo nel cassetto lo spirito guerrigliero alla Bobby Sands, dichiarando di voler riprendere subito ad alimentarsi. Al diavolo “l’eroica battaglia” contro il carcere duro, contro il 41-bis, per i 750 che subiscono l’inflizione di questo regime. Ora, è tutta un’altra storia.

Aggiornamento:

Pochi minuti fa, le agenzie di stampa hanno diffuso le prime dichiarazioni di Alfredo Cospito, dopo l’interruzione del sciopero della fame, che ormai durava da sei mesi. “Grazie a tutti coloro che hanno seguito la mia tenace e inusuale forma di protesta”, ha dichiarato l’anarchico. Prime parole anche per il suo avvocato, Flavio Rossi Albertini: “Alfredo Cospito, trascorsi 180 giorni di digiuno e dopo aver esposto a rischio la propria vita, essere dimagrito 50 chilogrammi e aver ormai irrimediabilmente compromesso la propria funziona deambulatoria dovuta allo scadimento irreversibile del sistema nervoso periferico, il 19 aprile 2023 ha deciso di porre fine allo sciopero della fame. Ciò facendo, il medesimo, ringrazia tutti e tutte coloro che hanno reso possibile questa tenace quanto inusuale forma di protesta”.

Matteo Milanesi, 19 aprile 2023