L’allarme che si sta diffondendo sull’imminente invasione di auto elettriche cinesi sulle strade britanniche non è infondato. Nonostante fossero state derise e ridicolizzate dalla critica solo un decennio fa, le aziende cinesi stanno ora avendo la meglio. Come riportato dal The Telegraph, la Cina ha superato Germania e Giappone diventando il più grande esportatore di auto nel mondo, con 1.07 milioni spedite all’estero solo nel primo trimestre del 2023.
La rivoluzione è in gran parte dovuta alla posizione predominante della Cina nella produzione di veicoli elettrici a batteria (VEB), un risultato ottenuto attraverso anni di pianificazione strategica e massicci incentivi statali. Più di un’auto su quattro esportate dalla Cina sono VEB, e si prevede che il totale raggiungerà 1.3 milioni solo quest’anno. In fondo le nuove regole per le emissioni zero nel Vecchio Continente prevedono la proibizione della vendita di auto a benzina tradizionali dal 2030 nel Regno Unito e dal 2035 nel resto dell’Europa.
Il cambio di paradigma sta aprendo la porta a un’ondata di VEB cinesi che stanno per invadere le strade britanniche, a prezzi straordinariamente bassi. Con i rivali occidentali, come Volkswagen, Ford e Toyota, che stanno cercando di recuperare il gap, i produttori cinesi stanno per offrire auto che costano fino a 10.000€ in meno rispetto ai loro concorrenti europei, giapponesi e americani.
Nonostante il rischio che ciò possa minacciare la sopravvivenza della produzione automobilistica europea e sollevare seri problemi di sicurezza, l’Europa si è allontanata dagli Stati Uniti, scegliendo di non erigere quasi nessuna barriera commerciale per rallentare l’arrivo di auto cinesi.
Gli esperti sostengono che il rischio principale legato alla proliferazione di auto cinesi economiche è che potrebbe mettere a repentaglio le industrie automobilistiche nazionali. Inoltre, emergono preoccupazioni in merito alla sicurezza, dato che le auto moderne sfruttano una serie di sensori, microfoni, telecamere e software che potrebbero essere utilizzati per scopi illeciti.
A fronte di questo scenario, è urgente che le politiche di decarbonizzazione siano attuate in modo da non portare a de-industrializzazione e perdita di posti di lavoro, evitando così eventuali reazioni negative. Per informazioni, basta leggersi l’intervento di Luca De Meo, CEO di Renault, sugli “estremisti europei dell’elettrico” e il rischio di buttarsi in una “lotta impari” contro Pechino.