Ebbene sì, a tre e mezzo di distanza dall’inizio della pandemia, si riparte con la solita comunicazione allarmistica sul Covid, arrivando addirittura a rimettere in discussione l’utilizzo delle mascherine nelle scuole. Piccolo spoiler: quanti Paesi stanno mettendo sul tavolo questo vincolo? Ovviamente, la risposta è scontata: zero. Anzi, ormai da circa due anni, in Francia, Germania e Regno Unito è stato eliminato qualsiasi obbligo a riguardo.
Mascherine e gel nelle scuole
Eppure, questa volta, l’appello arriva direttamente dai presidi. Circa 7 milioni di studenti saranno di nuovo sui banchi e, in relazione all’aumento di casi nelle ultime settimane, “l’indicazione che arriva dai presidi ai professori e bidelli è quella di evitare gli assembramenti degli alunni, soprattutto in questi primi giorni di scuola”, ha dichiarato Mario Rusconi dell’Associazione Nazionale Presidi.
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E ancora, prosegue l’annuncio: “In molte scuole, a chi lo chiederà, distribuiremo le mascherine utilizzando le tantissime scorte che ci furono date durante la fase critica della pandemia. Stessa cosa avverrà con il gel disinfettante”. Un’intenzione che, per ora, non si traduce comunque in un obbligo: “L’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale è consigliato ai docenti e alunni con fragilità. Il nostro è un invito, in quanto l’utilizzo non è obbligatorio. Mi sento, poi, in dovere di lanciare un appello agli enti affinché siano più solleciti nei lavori di ristrutturazione negli istituti scolastici: avere classi con 27-28 alunni, in ambienti non grandi, non può che favorire la trasmissione di qualsiasi virus”.
“Basta allarmismi”
Nel frattempo, è lo stesso ministero della Salute a predicare la calma. Nella serata di ieri, a parlare è stato il direttore generale della programmazione del ministero della Salute, Francesco Vaia, il quale ha affermato esplicitamente di “evitare allarmismi”. Anzi, “noi adesso abbiamo gli strumenti per la tutela e in questo momento sono sufficienti”. Una rassicurazione che, però, non sembra essere la linea dell’istituto Spallanzani, che auspica invece un nuovo sistema di monitoraggio “per l’emergere delle nuove varianti e per gli effetti della stagione estiva, gran parte sono infezioni lievi”. Lo ha affermato Andrea Antinori, direttore del Dipartimento clinico dell’istituto.