Salute

Fine emergenza mai

Covid, cambiano le regole. Ma c’è l’idea di prorogare le mascherine

Dal 1 giugno ennesimo timido “allentamento”. Il 15 addio all’obbligo vaccinale. Ma in autunno…

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“Il lungo singhiozzo dei violini d’autunno ferisce il mio cuore con monotono languore”, questo splendido verso di una poesia di Verlaine -c he rappresentò il segnale in codice per lo sbarco alleato in Normandia – mi ritorna in mente ogniqualvolta si preannuncia l’ennesimo allentamento delle restrizioni anti-Covid. Un estenuante processo di normalizzazione che dire che vada al rallentatore sarebbe eufemistico e che viene ogni volta giustificato dai rischi, sempre evocati dal ministro della Salute Speranza,  di una pandemia che sembra infinita. 

In pratica dal primo giugno, in cui siamo entrati nell’estate meteorologica, anche per chi viene in Italia non sarà più necessario esibire il diabolico green pass in tutte le nostre demenziali declinazioni. Mentre per poterci togliere l’ingombro delle mascherine nei cinema, nei teatri e durante le manifestazioni sportive al chiuso dovremmo, se tutto va bene, aspettare fino al 15 giugno, sebbene sia lo stesso Speranza e sia il suo consigliere scientifico Walter Ricciardi si dichiarano ancora molto dubbiosi sul da farsi. Entrambi hanno espresso una certa apprensione per ciò che pare stia accadendo in Australia, in cui si segnala un certo affanno nei pronto soccorso. In questo senso il Paese dei canguri, trovandosi nell’emisfero australe, a loro dire anticiperebbe lo scenario Covid del prossimo autunno, da qui il nostro succitato languore. 

Sta di fatto che il ministro della Salute sarebbe fortemente intenzionato a lasciare l’obbligo delle mascherine sui mezzi di trasporto anche dopo la scadenza del 15 giugno, sebbene questo evidente eccesso di cautela stia incontrando una crescente resistenza all’interno del governo. Ed è probabilmente per salvare capra e cavoli, se così vogliamo dire, che il genio incompreso di Leu starebbe pensando ad un punto di mediazione: obbligo delle mascherine solo per i viaggi a lunga percorrenza. Resta invece in vigore l’obbligo della mascherina Ffp2 per gli scolari e gli studenti italiani, costretti a svolgere gli esami con questo sempre più assurdo strumento di protezione individuale. 

Sempre dal 15 giugno poi dovrebbe decadere l’obbligo vaccinale per gli over 50, i docenti e il personale non docente di scuola e Università , il personale delle forze armate e delle forze dell’ordine, degli istituti penitenziari, del soccorso pubblico e dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Mentre resterà fino al 31 dicembre per chiunque operi nel comparto della sanità. 

Nel frattempo il sistema repressivo messo in campo da Speranza e company sta proseguendo la sua caccia senza quartiere ai renitenti al vaccino, con l’invio di una valanga di multe all’ampia platea degli ultra cinquantenni che hanno osato rifiutare il più grande trattamento sanitario obbligatorio della storia. Pare infatti che siano state già notificate circa 1, 5 milioni di intimazioni di pagamento, e pare che altrettante stiano per arrivare a breve.

Tuttavia, in questo guazzabuglio di mezze riaperture e di promesse di future restrizioni si nota la medesima logica perversa che pare aver guidato la strategia politica di chi intende capitalizzare sul piano del consenso la linea del rigore sanitario. 

Da questo punto di vista l’obbligo massivo delle mascherine, che recentemente Mariano Bizzarri, professore di Patologia Clinica alla Sapienza di Roma, in suo libro sul Covid-19 ha definito misura insensata, rappresenta forse il più tangibile elemento con cui condizionare la mente della maggioranza degli italiani. Un condizionamento di massa che ha trovato e trova ancora nel sentimento della paura il suo elemento fondamentale. 

In estrema sintesi, facendosi scudo di un concetto dogmatico della scienza medica – scienza probabilistica per definizione -, ogniqualvolta si impone un obbligo erga omnes, qual è per l’appunto quello della mascherina, si tende a creare nell’immaginario collettivo un nefasto sillogismo tra la misura e il rischio di un virus che, in realtà, sin dall’inizio è sempre stato piuttosto basso per le persone in buona salute. 

In tal modo le persone comuni, già bombardate da anni di propaganda del terrore, sono indotte a valutare la gravità della pandemia non dai numeri reali, bensì dalle misure che di volta in volta vengono adottate delle autorità sanitarie. 

Ed in tal senso è ovvio che chi spera di ripartire con la linea del terrore il prossimo autunno, con l’obiettivo di intestarsi nelle elezioni del 2023 l’uscita definitiva dall’incubo Covid, abbia la necessità di mantenere qualche misura restrittiva anche in estate, a mo’ di bandierina. In questo modo i malsani anticorpi sociali fondati su una paura del tutto irrazionale vengono tenuti ancora in allerta. In pratica, mantenendo l’obbligo della mascherina negli ospedali, nei centri medici e sui mezzi pubblici, è come se Speranza & company ci ricordassero costantemente che dobbiamo morire. 

Claudio Romiti, 1 giugno 2022