C’è la irriducibile genia di quelli che pensano che andrà tutto bene, cantano dai balconi, si invitano tra loro a cene allucinanti dove si salutano coi gomiti e mangiano con le mascherine, invitano alla delazione e se gli dici che siamo al regime ti ringhiano democraticamente di tacere, che sei negazionista, che non devi esistere. Per dire la schiatta progressista che è quella che da questa allucinazione lunga 13 mesi sta uscendo peggio di tutti: tetragona al limite dell’ottuso, indifferente al confine del cinico. “Ancora un mese”, e poi un altro e un altro ancora, ma no, non siamo al regime, ma cosa dici, si tratta solo di avere pazienza, cosa che ti riesce meglio se hai l’attico e la seconda e magari la terza casa ereditate dal cognome famoso sul quale lucri per la vita. La sensibilità progressista si compiace dello Stato di polizia, assapora remoti profumi di repressione, le piacciono troppo i gendarmi che fanno i gendarmi, che ti fermano per la strada perché porti la mascherina abbassata o storta. Ma non tutti accettano di buon grado certi abusi o soprusi e in questo caso si possono opporre educate, ragionate reazioni: la prima, quando si viene identificati, è quella di pretendere a vostra volta le generalità di chi vi sta sanzionando, avvertendo che si intende divulgare la faccenda sui media; di solito è già sufficiente per ricondurre il pubblico ufficiale a maggiore comprensione.
Ma l’arma migliore è il vademecum. Fermo restando che è inutile provocare per lo stupido gusto di farlo, che le scenette ad uso mediatico le lasciamo ai bulletti da social, ci sono validi presupposti per discutere con chi vuole essenzialmente intimidirti, vuoi perché gli stai sui cosiddetti e ne approfitta per regolare qualche conto, vuoi perché sente arrivare finalmente la sua ora di sceriffo, vuoi perché crede davvero che con questi metodi si sconfigga la pandemia più isterica del mondo. I presupposti stanno nella pletora di misure surreali, invalide alla radice, inutilmente repressive, fuori dal dettato costituzionale, dal corpus normativo, dalla gerarchia delle fonti.
Sulle multe illegittime, soccorre una sentenza del Giudice di Pace di Frosinone n. 516 del 29/7/2020; sulla possibilità per gli esercenti di restare aperti in quanto l’obbligo contrario risulta stabilito da Dpcm illegale, si è espresso il Tribunale di Roma con ordinanza del 16/12/2020; sulla violazione della zona rossa ha sentenziato il Gup di Reggio Emilia con pronuncia n. 54 del 27/1/2021, stabilendo che non è reato; il Tribunale di Milano con sentenza n. 20/1940 del 16/12/2020 ha assolto un cittadino denunciato per falsa autocertificazione stabilendo che “è reato attestare falsamente dove si è andati ma non è reato attestare falsamente dove si andrà”; la Corte di Cassazione con sentenza n. 7988-2021 del 01/03/2021 ha stabilito che “il mancato rispetto delle norme di contenimento non può configurare in alcun modo un illecito penale”; il Tar del Lazio con ordinanza n. 1947 e 872 del 26/03/2021 ha contestato l’automatismo, stabilito dal Governo, della chiusura delle scuole di ogni ordine e grado nelle zone rosse con conseguente ricorso alla Dad; lo stesso Tar del Lazio con ordinanza del 04/03/2021 ha bocciato la nota dell’Aifa del 9 dicembre 2020, che indicava i “principi di gestione dei casi Covid-19 nel setting domiciliare” (tachipirina e vigile attesa). Restano pendenti altri procedimenti in tema di invalidazione del test Pcr (tamponi), oltre al processo, la cui data di inizio è fissata per il prossimo 14 aprile, per 500 decessi tra Bergamo e Brescia, che vede imputati Governo, Regione, CTS e medici; infine, due denunce penali sono in attesa di definizione presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, una a cura del giudice Angelo Giorgianni, l’altra per iniziativa degli avvocati Linda Corrias e Francesco Scifo.
Leggere, mandare a memoria, se si vuole, stampare, e, in caso, esibire a mo’ di autocertificazione. Quella vera.
Max Del Papa, 1° aprile 2021