Covid, da “zero morti” a “zero malati”: la nuova scusa per chiudere ancora

Altro che ripartenza del Paese: il Pd pensa già alla quarta vaccinazione in autunno. Sarà emergenza infinita

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Come ho già avuto modo di scrivere, i partiti che più hanno spinto sulle restrizioni sanitarie, Pd e Leu su tutti, stanno cercando con ogni mezzo di rallentare il processo di riapertura del Paese il quale, tanto per cambiare, vede l’Italia nel ruolo di fanalino di coda mondiale. Il movente è, a mio avviso, piuttosto evidente: giungere con questo clima di paura, di cui le medesime  restrizioni rappresentano un elemento fondamentale, in prossimità delle prossime elezioni parlamentari, così da incassarne un cospicuo dividendo in termini di consensi, raccontando la balla che è solo grazie alle loro strabilianti misure che non abbiamo mandato i monatti a raccogliere i cadaveri per le strade.

Ebbene, una tangibile conferma di tale disegno, che io considero una vera e propria mascalzonata sul piano delle libertà democratiche, l’ha offerta il dem Francesco Boccia giovedì scorso, durante Agorà, in onda la mattina su Rai 3.

Il “modello italiano” secondo Boccia

Interpellato proprio sulla sempre più evidente distanza che ci separa dagli altri Paesi sul ritorno ad una piena normalità, queste le parole profetiche di Boccia: “Sarà perché io ogni persona che entra in terapia intensiva la ritengo una sconfitta del sistema di prevenzione; sarà perché tutti i pazienti oncologici che non fanno le visite in tempo e non riescono ad avere delle risposte dal sistema la ritengo una sconfitta collettiva, evito di fare quello che si iscrive alla scuola degli ottimisti a prescindere. Nel senso che il nostro Paese, che è stato un modello nella prima, nella seconda e nella terza fase, resta un Paese che grazie ad un tessuto di solidarietà, che è dentro le viscere della collettività, ha tenuto meglio di altri. Quindi, io dico semplicemente, usciamone quando abbiamo la certezza che dopo la vaccinazione di massa, che dobbiamo continuare, a ottobre non servirà un altro vaccino.”

La nuova asticella: zero malati

Quindi, in prims, rispetto al ministro della Salute Speranza, il quale aveva posto come obiettivo zero morti a causa del virus per tornare alla normalità, Boccia alza ulteriormente l’asticella, con l’insensato, irragionevole traguardo di nessun malato di Covid-19 nelle terapie intensive.  Inoltre, onde rafforzare la linea di una estrema prudenza, egli usa la vergognosa correlazione spuria tra i ricoveri causati dal virus e i ritardi nelle diagnosi e nelle cure dei malati di cancro.

Da questo punto di vista segnalo che attualmente negli ospedali italiani ci sono 1322 pazienti Covid  in terapia intensiva, poco più del 13% della capienza massima. E se prima della pandemia avevamo appena 5.000 posti letto nelle intensive, spesso messe in crisi nei periodi invernali dall’influenza stagionale, ora che li abbiamo quasi raddoppiati, potenziando anche il numero dei posti letto nei reparti ordinari, l’onorevole Boccia ci viene a raccontare che con gli attuali, rassicuranti ricoveri causati dal coronavirus non è garantita l’assistenza a chi è malato di altre patologie? Si tratta evidentemente di un chiarissimo pretesto per prendere ulteriore tempo.

Ma è con la paventata minaccia di un quarto vaccino ad ottobre, la cui eventualità viene assunta da Boccia come dirimente per continuare nelle restrizioni, che appare assolutamente manifesta l’intenzione di questa gente di non mollare la presa. Sapendo benissimo che con i primi freddi persino i blandi virus del raffreddore, parenti stretti del Sars-Cov-2, diventano più aggressivi, il nostro campione ha buon gioco nel calciare in avanti di qualche mese la classica lattina. Anche perché con il sistema collaudato di attribuire al Covid tutti i ricoveri e i decessi di persone positive al tampone, includendo chiunque abbia qualsiasi problema respiratorio, Boccia e company non impiegherebbero molto a far ripartire nel prossimo inverno la loro infernale macchina del terrore virale. zD’altro canto, giunti al fin della licenza, ad un anno dal rinnovo del Parlamento, da questi straordinari professionisti delle emergenze inventate non possiamo certo aspettarci un radicale cambio di linea, con il rischio che la loro colossale impalcatura di balle crolli sotto i colpi della realtà,  svelando alla maggioranza degli ignari cittadini l’inganno con cui sono stati  da costoro abilmente manipolati.

Claudio Romiti, 12 febbraio 2022

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