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Corsa al voto

Il partito dei virologi: chi candida Speranza in Puglia

Le liste elettorali in vista del voto si compongono: il partito del ministro candida il virologo

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Come ampiamente riportato dalla stampa nazionale, il partitello di Roberto Speranza ha deciso: candida in Puglia il virologo della paura Pier Luigi Lopalco. Uscito sbattendo la porta dalla giunta regionale della stessa regione in cui, prima di rompere con il governatore Emiliano, occupava l’incarico di assessore alla Salute, questo signor nessuno sbucato dal buio del terrore collettivo tenta il grande salto verso una ambita poltrona parlamentare.

Stupefacente, almeno per noi illusi aperturisti che crediamo ancora nel valore supremo delle libertà costituzionali, il comunicato con il quale il segretario regionale di Articolo 1, Ernesto Abaterusso presenta, tra le altre supercazzole, la candidatura di Lopalco: “Con la scelta compiuta dalla Segreteria regionale abbiamo voluto, in vista della difficile contesa elettorale del prossimo 25 settembre, dare il nostro contributo al percorso intrapreso dalle forze democratiche e progressiste. Dopo un’attenta e approfondita discussione, abbiamo deciso di mettere in gioco le migliori competenze ed espressioni della società civile pugliese inserendo nella rosa dei nomi persone impegnate nella tutela della salute e nel contrasto alla pandemia, nel lavoro, nella giustizia, nella lotta per l’affermazione dei diritti e della legalità, nella battaglia per la rivoluzione verde e la transizione ecologica con l’obiettivo di dare un contributo fattivo e mettere in campo candidature all’altezza della sfida e in connessione con i territori, anteponendo il bene comune all’interesse di parte”.

Quindi, secondo il partitello guidato da un uomo che si è reso responsabile delle più odiose, inutili e controproducenti misure restrittive, la candidatura di Lopalco tenderebbe a coniugare l’impegno dimostrato da quest’ultimo “nella tutela della salute e nel contrasto alla pandemia, con l’affermazione dei diritti e della legalità”?

Tutte balle per incantare i gonzi e gli sprovveduti che ancora credono alle sorti certe e progressive nella lotta ad un virus che ha sempre seguito un suo percorso, infischiandosene delle indicazioni delle virostar e dei politicanti della paura.

In realtà, così come era chiaro come il sole che ciò sarebbe accaduto, Speranza e i suoi compagnucci della parrocchietta, dopo essere riusciti a dare tutto il potere ai soviet del Covid-19, facendo credere ad un Paese paralizzato dal terrore che è solo grazie a loro che abbiamo evitato una estinzione di massa, stanno semplicemente passando all’incasso elettorale.

D’altro canto, la sinistra radicale rappresentata degnamente dall’evanescente ministro della Salute – una salute biologica che nulla ha a che vedere con un concetto ben ampio di benessere, così come più volte rimarcato dall’Organizzazione mondiale della sanità – non avendo da molto tempo più nulla da dire sul piano più squisitamente politico (la famosa “spinta propulsiva della rivoluzione d’ottobre” fu considerata esaurita da Enrico Berlinguer già nel lontano 1981), con l’arrivo di agente patogeno enormemente sopravvalutato ha vinto un terno al lotto, per così dire. Pertanto, era scontato che giunti al fin della licenza gli stessi compagnucci della parrocchietta cercassero in tutti i modi di capitalizzare sul piano dei voti l’orrenda epopea virale iniziata cantando l’Inno di Mameli dai balconi di casa e culminata nell’abominio del lasciapassare sanitario e di un sostanziale obbligo vaccinale per tutti.

Quindi, ci aspettiamo nei prossimi giorni l’arrivo di altre candidature di “nobili” talebani sanitari alla Lopalco nelle liste di chi si è reso responsabile della più grave frattura costituzionale della storia repubblicana.

Claudio Romiti, 3 agosto 2022