Giuseppe Prezzolini diceva che “In Italia non c’è nulla di più definitivo del provvisorio”. Una frase che calza a pennello per lo stato d’emergenza. Lo stato d’emergenza, infatti, è per definizione provvisorio e, dunque, visto che siamo in italia è definitivo. Nato per coprire una durata di sei mesi, è stato prorogato un anno, poi un anno e mezzo, quindi due anni; adesso che ci avviciniamo alla scadenza dello stato d’emergenza, ecco che il ministro della salute dice che potrebbe essere ulteriormente prorogato.
Diciamolo chiaro: lo stato d’emergenza che non finisce più altro non è che il fallimento conclamato della nostra democrazia. In sostanza, è come se noi italiani attraverso le nostre istituzioni non ci sapessimo governare in situazioni di pericolo o comunque particolari, come quella della epidemia.
Così accade che la normalità della nostra vita civile – ossia la vita delle nostre istituzioni – venga sospesa e ci si affidi ad uno stato di emergenza, che diventa indefinito. Tutto questo non solo è paradossale, ma è anormale e pericoloso perché proprio quando ci troviamo in situazioni di emergenza in situazioni particolari abbiamo bisogno di essere garantiti dalle nostre istituzioni.
Non è che le istituzioni e la democrazia valgono quando non servono e non valgono quando serve. Purtroppo, siamo arrivati a questo e allora forse è il caso di avanzare una proposta: non togliamo più lo stato d’emergenza; lasciamolo per sempre. Uno stato di emergenza perenne. Forse questo è l’unico modo per uscire dallo stato di emergenza alla prossima
Giancristiano Desiderio, 1° novembre 2021