Con il governo “giallo-rosso“e il lockdown la Bce ha consentito a Bankitalia di finanziare in pratica qualunque deficit e nel 2020 – come negli anni Settanta – il deficit primario è arrivato al 6%, il che vuole dire che lo Stato ha preso di tasse un 6% di meno del Pil di quello che ha speso. In soldi si tratta circa di cento miliardi.
Draghi è arrivato nel momento esatto in cui questa notevole massa di denaro è arrivata all’economia, che era depressa e l’ha risollevata. Come si vede però sempre da questa tabella del governo, Draghi riduce nel 2022 il deficit primario dal 6% (2020) al 2,7% e questi sono 3,3% punti di PIL in meno di spesa (le tasse sembra restino in complesso costanti). Per cui in realtà ora il governo Draghi riduce il supporto fiscale all’economia di oltre tre punti di PIl che sono circa 60 miliardi.
In più, intanto, però Draghi nel 2021 ha avuto anche gli effetti di una misura che alcuni pentastellati hanno fatto passare, il superbonus 110 che non è stato contabilizzato come nuovo debito pubblico e ha mosso quasi 30 miliardi nell’edilizia. Grazie a questo enorme deficit primario (molte meno tasse che spese) e al superbonus 110, Draghi è sembrato un salvatore dell’economia. Ma il merito principale sono gli enormi deficit pubblici fatti da tutti nel mondo (in USA addirittura il 20% del Pil!) e questo ovviamente nel 2021 ha spinto in su tutti, inclusa l’Italia. Inoltre, con l’arrivo della primavera e poi della stagione estiva il virus aveva meno effetti.
Natale 2021, le ricette non funzionano
Ora siamo però a fine dicembre, con un record di “contagi” e circa 130-140 morti “Covid” al giorno, senza contare che le statistiche europee indicano una mortalità eccessiva più alta (per tutte le cause) nel 2021 rispetto al 2020, come non ci stanchiamo da tempo di ripetere.
Ma, si dirà, Draghi sta migliorando le cose in termini di efficienza del sistema e meno sprechi? Spiace ora fare dei conti economici su quello che si spende intorno alla Covid-19, ma le cifre sono pazzesche e hanno anche effetti controproducenti. A fronte del fatto che viene di nuovo ristretta l’attività (e la libertà) delle persone, il costo totale di vaccini, tamponi e ricoveri dovuti alla Covid-19 può essere stimato sui 20 miliardi l’anno. Vediamo meglio.
Oltre ai vaccini per cui si comprano sempre più dosi da fare ormai ogni 5 mesi al massimo con anche eventualmente la 4 dose, ci sono ovviamente i 70 euro all’euro all’ora per le legioni di vaccinatori e alla fine parliamo di oltre 5 miliardi. L’Italia ha inoltre il record mondiale dopo UK e USA di tamponi totali effettuati per abitante e al costo medio finale sui 50 euro, 150 milioni di tamponi sono costati oltre 7 miliardi.
Ricoveri Covid, una spesa assurda
Ma la cosa più incredibile è che il governo riconosce all’ospedale una tariffa di 3,713 euro al giorno per i ricoveri “Covid”, quando per tutti gli altri tipi di ricoveri la tariffa varia tra 500 e 600 euro al giorno. Inoltre, per le terapie intensive, il governo riconosce 9,700 euro al giorno, contro una media che varia da 2 mila a 4 mila euro al massimo per i ricoveri in terapia intensiva “non Covid”. Questo è uno spreco di miliardi. Ci sono 10 mila ricoverati Covid e altri 1,000 circa in TI ora. Se si fa la differenza tra i ricoveri “Covid” e quelli per tutte le altre malattie (3mila euro al gg per gli ordinari e 7mila euro al gg per quelli in TI), ci si rende conto che costano sul miliardo di euro “extra” al mese. Se si sommano queste cifre, ricoveri Covid e centinaia di milioni di vaccini e tamponi si può arrivare a costi nell’ordine di grandezza dei 15-20 miliardi.
Ma oltre al costo extra, nel caso dei ricoveri “Covid”, c’è anche l’incentivo perverso per gli ospedali a non curare a casa subito i pazienti Covid e preferire il ricovero, che però avviene solo quando il paziente peggiora. Dopo quasi due anni, infatti, si continua a non fare niente per una settimana lasciando il paziente senza cure, fino a quando peggiora e viene ricoverato. Anche se è ormai provato ovunque nel mondo che il paziente Covid va curato fin dal primo giorno, il governo incentiva a non farlo. Uno dei due autori di questo post lo può attestare per esperienza personale.