Cronaca

Covid, i tele-virologi tornano alla carica: “Prorogare obbligo mascherina”

Pregliasco: “D’accordo negli ospedali”, Ciccozzi: “Indossiamo le protezioni anche in metro”

pregliasco, logo mascherina covid © da-kuk e fractal.gr tramite Canva.com

A leggere il surreale articolo di Donatella Zorzetto, pubblicato due giorni fa su Repubblica, che prosegue la sua linea del terrore virale a mo’ di ultimo dei mohicani, c’è da restare basiti. Per come è trattato l’argomento si ha l’impressione che molti dei redattori del cosiddetto giornale unico del virus, che durante l’epopea delle “gloriose” restrizioni sfornavano pezzi terrorizzanti a mitraglia, siano finiti in una sorta di buco nero, al cui interno, secondo le teorie più accreditate, il tempo rimane inesorabilmente fermo.

Prendendo spunto dalla prossima scadenza relativa all’obbligo delle mascherine nelle Rsa e in alcuni reparti ospedalieri, fissata per il 30 giugno, la Zorzetto ne approfitta per effettuare un poderoso richiamo di paura, citando numeri a casaccio e interpellando due virologi di grido, per così dire: l’ondivago Massimo Ciccozzi e lo specialista della prudenza terrorizzante Fabrizio Pregliasco. Partendo dall’assunto, del tutto fuori della realtà e dell’idem sentire di gran parte della cittadinanza – la quale sembra che non abbia più voglia di farsi intortare da questi santoni col camice bianco – che sarebbe assolutamente necessario mantenere alcuni obblighi, la giornalista mette nero su bianco alcuni dati che non hanno veramente alcun senso, se non quello di stimolare in qualche disgraziato una sorta di delirio paranoide.

Per completezza di informazione ritengo utile riportare per intero il triste resoconto della Zorzetto: “Intanto le infezioni provocate dal virus SARS-CoV-2 aumentano. Nella settimana compresa tra il 6 e il 12 giugno sono stati registrati 1.802 casi, +35,6% rispetto alla settimana precedente (30 maggio-5 giugno). Mentre sono 304 i test positivi al coronavirus fatti in Italia il 12 giugno, ultimo dato giornaliero disponibile. Lo stesso giorno della settimana precedente erano 244 (+24,6%). Anche il numero dei morti, purtroppo, cresce: i decessi sono stati 17, ossia +70% rispetto alla settimana precedente, dei quali 5 registrati il 12 giugno, ultimo dato giornaliero disponibile, mentre una settimana prima era stato 1 (+400% in 7 giorni). Pure il tasso di positività medio è salito, raggiungendo il 2% (+8,1%) rispetto al periodo 30 maggio-5 giugno. E sono 17.117 i tamponi molecolari e antigenici fatti 12 giugno, ultimo dato giornaliero a disposizione. Il mercoledì precedente erano 12.642. Infine, nelle Terapie intensive Covid sono entrate 13 persone, (+18,2%) rispetto alla settimana prima.”

Come vedete il resoconto si commenta da solo. Sebbene la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità da oltre un anno abbia stabilito che il Sars-Cov-2 è endemico a livello globale, essendosi stabilmente installato nella comunità umana, c’è ancora qualche irriducibile dell’informazione, come la nostra Zorzetto, che si preoccupa di trovarne traccia in un Paese di 60 milioni di abitanti, pubblicando dati ridicoli spacciandoli per inquietanti segnali d’allarme. Da qui, secondo un copione ben collaudato durante gli anni bui della pandemia, si passa al consiglio “disinteressato” dei cosiddetti esperti sul “che fare”.

Inizia Pregliasco, sottolineando l’assoluta e imperativa necessità di “confermare le mascherine negli ospedali e nelle Rsa”. Dopodiché l’igienista lombardo si lascia andare ad un pezzo di alta scuola in tema di supercazzole sanitarie: “Dobbiamo convivere con la presenza del virus SARS-CoV-2, e con la relativa infezione. Quando parliamo di Covid, dobbiamo pensare ad andamenti fluttuanti e magari tendenti a risalite, ancor più ipotizzabili alla luce della diffusione della nuova variante KP3. Credo che ci sarà una responsabilizzazione dei direttori sanitari delle strutture ospedaliere e delle Rsa, perché si arrivi a una profilatura delle modalità di protezione a seconda delle persone interessate e del rischio contagio che corrono – prosegue Pregliasco -. Diciamo un uso che sia il più ragionevole possibile dei dispositivi di protezione, un uso direi ‘sartoriale'”. Che dire, gli “andamenti fluttuanti” del Covid e l’uso “sartoriale” delle mascherine rappresentano una svolta epocale nella lotta al coronavirus, tale da proiettarlo nel gota della medicina mondiale.

Ma anche Ciccozzi, docente di Epidemiologia e Statistica medica dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, non è stato certamente da meno. Dichiarandosi assolutamente favorevole al mantenimento delle attuali misure mascherate, egli ha addirittura rilanciato, proponendo di indossare questi molto presunti strumenti di protezione durante i tragitti in metro – per ciò che concerne autobus ed altri mezzi di trasporto pubblico Ciccozzi non si è tuttavia espresso -. Da antologia la sua dichiarazione in merito: “In caso di assembramenti nei locali, a differenza di quanto avveniva in passato, eviterei questa precauzione perché c’è sempre la possibilità di arieggiare o uscire. Dobbiamo evitare che diventi una psicosi. Tuttavia, in metro la mascherina la indosserei. Pensiamo al prossimo anno: in occasione del Giubileo metro e treni saranno stipati di viaggiatori. Lì la protezione contro l’impatto del virus serve eccome.”

Ora, a margine di tutto ciò, ancora una volta ci chiediamo, visto che si continua a cercare un virus oramai meno pericoloso di tanti altri agenti patogeni in circolazione nel Paese: ci sarà mai qualche autorevole esponente della nostra scienza medica che abbia il coraggio di emulare il tragicomico Fantozzi nella memorabile scena della Corazzata Potëmkim, alzandosi e dicendo ad alta voce che tutta questa faccenda “è una cagata pazzesca”?

Claudio Romiti, 22 giugno 2024

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