In collegamento dagli Stati Uniti, Matteo Bassetti ha sparato bordate ad alzo zero contro la gestione della pandemia dell’esecutivo dimissionario, considerandola fallimentare. Rispondendo ad un giornalista di Tgcom24, che gli chiedeva un parere sulla cosiddetta quarantena light per gli asintomatici, l’infettivologo genovese non ha usato mezze misure, sostenendo che su questo piano siamo in ritardo di almeno un paio di mesi, anche in considerazione del fatto che in gran parte dei Paesi occidentali la stessa quarantena, insieme a tante altre demenziali misure, è stata eliminata da tempo.
L’affondo di Bassetti
In particolare, ha aggiunto Bassetti, “convivere con il virus non significa affatto continuare a parlare ossessivamente di tamponi, quarantene, bollettini e mascherine.” In tal senso, ha sottolineato il medico, “in Occidente siamo rimasti i soli a tenere in primo piano il tema del Covid-19.” Egli ha poi chiuso il suo caustico intervento, auspicando che con le prossime elezioni si formi un governo in grado di affrontare con un atteggiamento ben diverso la questione di una pandemia che sembra non finire mai.
Il ritardo dell’Italia
Sul tema di un alleggerimento della quarantena, che per chi scrive non ha alcun senso per gli asintomatici, anche la professoressa Maria Rita Gismondo, in una intervista rilasciata a AdnKronos, ha rilevato il grande ritardo dell’Italia. “E’ auspicabile che un provvedimento di questo tipo venga varato, e anche in fretta. Abbiamo aspettato pure troppo”, ha commentato la microbiologa del Sacco di Milano. “Bisogna cambiare le regole velocemente per tantissimi motivi: da un lato è inutile stare isolati per una tipologia di virus, come quella attuale, che causa una patologia così blanda. Dall’altra parte è necessario che la gente non si assenti così tanto dal lavoro. In ambito sanitario, ad esempio, per questo motivo stiamo veramente vivendo momenti di grande crisi”.
Speranza esista sul decreto per la quarantena
Tuttavia, a quanto riportano alcune indiscrezioni, a causa dell’evolversi della quinta ondata, il super ministro della paura virale, il dimissionario Roberto Speranza, starebbe ancora esitando a firmare il provvedimento che, udite udite, accorcerebbe i giorni di isolamento da 7 a 5, ma solo se si è in grado di produrre un tampone negativo. In caso contrario è ancora previsto un tormentato iter che, secondo quanto ancora riporta il sito del Ministero della Salute, potrebbe durare fino a 21 giorni dalla scomparsa dei sintomi.
Da questo punto di vista, da aperturista sempre più convinto, ritengo che per uscire da questo manicomio di misure sanitarie, che di sanitario non hanno proprio nulla, la strada maestra sia quella indicata dal professor Bassetti: un radicale cambio di passo ad opera di un nuovo governo in grado di farci uscire dall’incubo di una dittatura sanitaria che dura da quasi tre anni.
Claudio Romiti, 27 luglio 2022