Salute

Covid, il servizio choc del Tg1: contraddizione o malafede?

Il telegiornale di Rai1 sulle infezioni pediatriche. Dopo due anni di Covid “sistemi immunitari desensibilizzati”. Ma poi…

Salute

Sinceramente pensavo che durante l’estenuante stagione del Covid-19 avessimo toccato un livello di idiozia giornalistica inarrivabile. Mi sbagliavo. Il Tg di Rai1 delle 13 e 30, trasmesso il 12 gennaio, ha battuto ogni precedente record in un servizio di carattere sanitario.

Affrontando con l’oramai consueto approccio terrorizzante il tema delle malattie respiratorie del momento, che starebbero  colpendo duramente i bambini molto piccoli, l’autrice del reportage, Alessandra Barone, ha intervistato Andrea Dotta, responsabile della Terapia intensiva neonatale del “Bambin Gesù” di Roma, il quale ha espresso un concetto piuttosto illuminante e che getta una luce piuttosto fosca sulla linea di contrasto al coronavirus adottata dall’Italia di Conte, Draghi e Speranza: “Quest’anno vediamo una partecipazione nello stesso paziente sia di infezioni virali che batteriche – ha esordito il neonatologo -, che complica molto il quadro clinico. Siccome negli ultimi due anni vi è stata una riduzione delle esposizioni alle epidemie, tutti i nostri sistemi immunitari, anche quello dell’adulto, si sono desensibilizzati a questo tipo di germi.”

Ebbene, a corollario di questa lapidaria affermazione, che oramai condividono molti altri professionisti che operano nella prima linea degli ospedali, la giornalista inserisce il seguente passaggio: “Dai medici l’invito alle famiglie di evitare per i più piccoli i luoghi più affollati, il lavaggio delle mani e, quando necessario, l’uso delle mascherine.”

Avete capito? In sostanza ci viene detto che siamo più esposti a virus e batteri respiratori a causa di quanto fatto in precedenza, ma per meglio salvaguardare i nostri bambini, secondo questi non meglio precisati medici, dovremmo proseguire con la stessa linea che ha reso tutti meno immuni ai medesimi virus e batteri.

Ditemi voi se non siamo nel pieno del teatro dell’assurdo, tanto da far invidia ai grandi drammaturghi del genere, come Samuel Beckett, Eugène Ionesco o Achille Campanile.

A tale proposito, non sappiamo se l’ennesima riproposizione di alcuni elementi salienti della liturgia del terrore – distanziamento, lavaggio delle mani e mascherine – sia stata contraddittoriamente espressa da chi ha sottolineato il nesso tra gli stessi elementi e la perdita di immunità da parte della popolazione, o se essa rappresenti una deduzione strampalata della giornalista. Sta di fatto che, andando avanti di questo passo, la nostra impagabile informazione pubblica arriverà a confezionare servizi di carattere sanitario in cui, tanto per fare un esempio, per l’emicrania, le unghie incarnite, la cattiva digestione e quant’altro, si consiglierà di evitare i luoghi affollati, di lavarsi spesso le mani e indossare la mascherina all’occorrenza. Così come per l’idiozia, nella quale i nessi causali sono un optional, non c’è mai limite alla prudenza.

Claudio Romiti, 13 gennaio 2023