Salute

Fine pandemia mai

Covid, il tampone è per sempre: alla fine resta obbligatorio

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C’è un video non recentissimo di Matteo Bassetti che ha ripreso a circolare in questi giorni, raccogliendo migliaia di apprezzamenti, sui vari social. Si tratta dell’ennesima, dura presa di posizione dell’infettivologo genovese contro una delle ultime misure anti-Covid: il tampone di lunga vita. Tampone che viene ancora richiesto agli operatori sanitari e ai pazienti dei pronto soccorso se presentano qualche sintomo sospetto e a tutti i pazienti ricoverati che debbono essere spostati da una struttura all’altra. Inoltre il tampone rimane obbligatorio per chiunque acceda nelle residenze per anziani (Rsa).

Infine, nella circolare ministeriale dello scorso 8 settembre, viene specificato che c’è la facoltà “da parte del direttore sanitario di una  struttura sanitaria o del clinico che ne ravvisi la necessità, di definire ulteriori indicazioni per l’effettuazione dei test e misure di prevenzione e protezione aggiuntive rispetto a quelle riportate”. Ebbene in questo modo, lasciando ampio margine alla discrezionalità, si offre ai vari sceriffi in servizio attivo permanente la possibilità di utilizzare in modo del tutto arbitrario un obbligo che, occorre sottolineare con energia, nella nostra sanità non è ma esistito prima.

Tornando allo spunto iniziale, Bassetti definisce tutto questo una “follia da tampone.” “Dopo quasi 4 anni è oramai finito il problema Covid, argomenta il direttore delle Malattie infettive del San Martino di Genova e si pone la domanda delle cento pistole: “Ma allora perché tamponiamo qualcuno per il Covid e non per il virus dell’influenza, per il virus respiratorio sinciziale o non lo tamponiamo per un altro organismo? Vi rendete conto – aggiunge Bassetti – dell’ignoranza di chi decide queste procedure a livello ospedaliero? Devono rendere conto ai cittadini. Ogni volta che qualcuno chiede un tampone per un qualsiasi esame clinico fa un atto contro i cittadini – tuona il medico ligure -.”

Infine, Bassetti sostiene che chi avvalora questo spreco di risorse, risorse del sistema sanitario pubblico che potrebbero essere usate altrove”. Ora, pur raccogliendo con piacere la critica di uno degli specialisti più ascoltati durante la pandemia infinita, mi permetto di ricordare al professor Bassetti che non è da adesso che si gettano montagne di quattrini nello sciacquone sotto l’ombrello protettivo del Covid-19. Proprio in merito ai tamponi, in Italia siamo arrivati ad eseguire ben oltre un milione di inutili tamponi al giorno, dal momento che il virus è endemico, quindi ubiquitario, probabilmente già dai primi mesi del 2020.  Oltre al fatto, come ha più volte ricordato Mariano Bizzarri, oncologo e professore di patologia clinica, i cosiddetti tamponi molecolari – assai più precisi di quelli antigenici – sarebbero caratterizzati da una percentuale di falsi positivi tra il 70% e il 90%. Tant’è che già nel 2022 il Cdc statunitense chiese ai laboratori americani di abbandonare il citato sistema molecolare, o Pcr, per altre metodologie.

Ma oltre agli sprechi sotto forma di tamponi, occorre aggiungere quelli ancora parzialmente in auge delle mascherine e quelli rimossi dei banchi a rotelle. Senza poi dimenticare la dilapidazione regina di tutta questa inverosimile vicenda virale: le centinaia di milioni di costosissimi vaccini, che continuiamo a incrementare con dosi aggiornate ma sempre obsolete rispetto alla varianti del momento.

D’altro canto, se chi governa, malgrado qualche timido tentativo, non riesce a mettere una parola fine a questa follia burocratico-sanitaria, prendendosi la responsabilità di eliminare ciò che resta delle misure mai adottate prima del Covid-19, creando i presupposti per una seria analisi retrospettiva della medesima follia burocratico sanitaria, c’è il rischio che al prossimo virus un po’ più cattivo del solito ci capiti di peggio.

Claudio Romiti, 20 settembre 2023