Prima di tutto: buona guarigione a Roberto Burioni. Con la salute non si scherza, dunque se una virostar si becca il Covid bisogna ovviamente augurarle di superare prima possibile l’inconveniente. La notizia però è questa: il professore di Che Tempo Che Fa, tre anni e quattro dosi di vaccino dopo, si è beccato il coronavirus.
Lo ha annunciato lo stesso virologo ai microfoni di Fabio Fazio. Normalmente l’esperto si presenta in studio, ieri sera invece no. Collegato da casa, in camicia e maglione verde, Burioni ha spiegato di aver contratto l’infezione. “Erano due anni e mezzo che mi aspettava per colpirmi e finalmente per lui c’è riuscito”, ha detto. “Ho un po’ di febbre e un po’ di tosse e mal di testa, però tutto sommato – sperando che le cose finiscano bene – è una malattia non particolarmente grave. E questo è grazie al vaccino”. Ora, nessuno mette in dubbio l’utilità del vaccino contro le conseguenze gravi della malattia, lo dicono i numeri, però che le buone condizioni generali di Burioni siano sicuramente merito del vaccino non è propriamente un’affermazione “scientifica”. Non può il singolo soggetto assurgere a esempio generale. Anche prima dell’arrivo di Pfizer e Moderna, infatti, alcuni infetti sviluppavano sintomi lievi o addirittura nulli.
Purtroppo, nonostante le attenzioni, anche io mi sono preso il COVID. A chi dice che il vaccino non funziona vorrei fare notare che mi sono collegato da casa e non da una stanza di ospedale, dove probabilmente sarei finito senza vaccino (1/2) https://t.co/OymlJZFeNb
— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) October 9, 2022
Comunque, Burioni la quarta dose l’aveva fatta appena otto giorni prima di infettarsi come rivelato sempre su twitter dal televirologo. E a chi sui social in queste ore glielo fa notare, lui risponde candidamente che “mi sono collegato da casa e non da una stanza di ospedale” dove “probabilmente” (?) “sarei finito senza vaccino”. Nessuno, ovviamente, dimentica che dal partito dei televirologi nei primi mesi di campagna vaccinale era arrivata la rassicurazione che una volta fatte due punture saremmo stati immuni non solo dalle conseguenze gravi, ma anche dall’infezione. Lo diceva pure lo stesso Burioni, il quale in un tweet del 22 agosto 2021 spiegava candidamente che “un vaccinato può trasmettere l’infezione, ma prima deve contagiarsi” e “il vaccino protegge dal contagio”.
Mi sono vaccinato con la quarta dose.
Consiglio a chi può di fare lo stesso, i casi stanno aumentando ed è meglio farsi trovare con una protezione supplementare, garantita da TUTTI i vaccini disponibili.
Meglio un uovo oggi che il COVID domani.
La quarta dose funziona. pic.twitter.com/AD7gKZ201A— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) October 1, 2022
Le cose sono poi andate un po’ diversamente, colpa – sostiene oggi Burioni – di varianti e sotto-varianti. “Il vaccino non ha più una grande efficacia nella protezione contro l’infezione – ammette – Mentre fino alla Delta aveva un’alta efficacia, ora non è più cosi e io ne sono l’esempio. Sicuramente però continua a limitare le conseguenze della malattia”. Insomma: se con Delta ci vaccinavamo “anche per proteggere gli altri”, adesso lo facciamo soprattutto “per il proprio bene”. Un po’ come la storia del green pass che garantisce di stare “tra persone che non sono contagiose” di draghiana memoria, affermazione poi smentita dai fatti e dalle mutazioni virali.