Covid, la balla sui bambini morti e in terapia intensiva

Scontro in tv tra Pasquale Bacco e Francesca Donato sui bambini deceduti e ricoverati per il Covid

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Frati, monache e preti lo sanno: non c’è maggior integralista di un convertito. Chi cambia strada, facendo un’inversione ad “U”, poi tira dritto senza guardarsi indietro. Non fa eccezione Pasquale Bacco, già autore di “Strage di Stato. Le verità nascoste della Covid-19“, già sostenitore dell’idea che i vaccini sono “peggio dell’acqua di fogna”, adesso va in tv da “no vax pentito” a sostenere (giustamente) la validità dei prodotti anti-Pfizer e della pericolosità del virus. Il problema è che nel “convertirsi” al sacro vaccino, ha forse un po’ esagerato nella sterzata.

Ospite di Non è l’Arena su La7, Bacco s’è scagliato contro chi minimizza il propagarsi nell’epidemia nel Belpaese. E ha detto: “Viviamo una situazione estremamente difficile. Forse non vi rendete conto: stanno morendo i bambini, nelle terapie intensive abbiamo i minorenni“. Di fronte a lui, in collegamento, c’era l’eurodeputata Francesca Donato, ex Lega, cacciata anche per le sue posizioni sulla pandemia. “Non dica fesserie – ha attaccato – Questa è veramente una disinformazione vergognosa. Bisogna smetterla di diffondere terrore divulgando panico con dei dati falsi“. E ancora: “Non è vero che i bambini muoiono di Covid. Gli unici bambini che sono morti, risultati positivi, sono morti per altre patologie. Il rischio di mortalità Covid per i bambini è zero“.

Bacco ha invitato la Donato ad andare in un reparto di terapia intensiva. E per carità, è vero che qualche minore intubato c’è. Ma non è vero che il covid sta uccidendo i bambini come se non ci fosse un domani. Chi lo sostiene sbaglia, o non ha letto attentamente l’ultimo report dell’Iss sulla situazione coronavirus nel nostro Paese. L’ultimo bollettino di sorveglianza integrata è datato 5 gennaio, quindi abbastanza fresco. Al capitolo “distribuzione dei casi e dei decessi per fascia d’età” si legge chiaramente che la “letalità” dei bambini tra gli 0 e i 9 anni, così come tra i 10 e i 19 anni, è inferiore allo 0,01%. Ripetiamo: inferiore allo 0,01%. A fronte di 436mila casi da inizio epidemia tra gli under 9 si registrano 15 deceduti. Con 745mila, invece, casi nella fascia 10-19 si contano 21 morti. In totale per i minorenni parliamo di 36 decessi. Una disgrazia, certo, ma da qui a parlare di cadaveri accatastati negli ospedali ce ne passa.

Se poi vogliamo entrare nel dettaglio, possiamo dare anche uno sguardo ad ospedalizzazioni e ricoveri in terapia intensiva in età scolare. Nel periodo 20 dicembre 2021 – 2 gennaio 2022 sono stati segnalati 197mila casi di infezioni tra bambini under 19. Di questi, 832 sono stati ospedalizzati e “solo” 8 ricoverati in terapia intensiva. Di decesso se ne conta uno. Dall’inizio dell’epidemia, invece, i bambini morti sotto i 3 anni sono stati cinque, quelli di 3-5 anni sono morti in sei, nove sono deceduti nella fascia 6-11 e altrettanti tra i 12-15enni. Se si aggiungono i sette decessi nella fascia 16-19 si arriva ad un totale di 36 morti, come visto prima, su oltre 1 milione di casi con 268 ricoveri in terapia intensiva, che evidentemente nella larga fetta dei casi si sono conclusi positivamente.

Dunque sarà anche vero che “stanno morendo” alcuni bambini, cosa drammatica, così come è vero che alcuni letti di rianimazione sono occupati da corpicini innocenti. Ma bisogna trattare i dati con la giusta attenzione. E mostrare come, in realtà, il covid se colpisce un pargolo difficilmente porta a nefaste conseguenze.

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