Esteri

Covid, la bufala del “modello britannico” sotto accusa

I giornali prendono di mira BoJo per la gestione della pandemia. Ma nel Regno Unito hanno smesso di parlare solo di Covid

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Lo sappiamo: Boris Johnson ha scelto una linea diversa sul coronavirus, sin dall’inizio, e ai media italiani questa cosa non piace. Troppo lontano dal “modello italiano”: il premier britannico ha deciso di vaccinare, vaccinare, vaccinare e riaprire tutto senza green pass di sorta. Una sorta di insulto per i puristi del lasciapassare, convinti che solo con il qr code si possa battere la pandemia. E infatti oggi sui giornali appare un articolo che definire surreale è poca cosa. Pagina 6 del Corriere della Sera. Titolo: Il modello britannico sul banco degli imputati: 30mila contagi al giorno, ma del Covid non si parla.

Come noto in Gran Bretagna a metà ottobre il numero di positivi è salito fino a 30mila casi al giorno, per poi iniziare a scendere. Il premier britannico non s’è scomposto, e sebbene i media nostrani tifassero per l’introduzione del “piano B” (mascherine, smart working, green pass blando), alla fine BoJo ha tenuto la barra dritta. Cosa di cui i giornalisti italiani evidentemente non si capacitano. Come non capiscono come sia possibile che a Londra, tranne qualche sprazzo, il Covid sia “praticamente scomparso dalla conversazione pubblica”. I quotidiani non ne parlano. Di virologi star neppure l’ombra. E i partiti si occupano di corruzione, pesca, Cop26 e via dicendo. Niente mascherine, niente allarmismo.

A leggere il titolo, insomma, uno si chiede: ma se “gli esperti britannici ritengono che il picco sia passato”, se ormai nessuno a Londra si sogna di raggiungere il “Covid zero” ma solo di convivere col virus, se gli inglesi hanno capito che in fondo il morbo non è “di gran lunga la prima causa di morte” nella popolazione, chi è che avrebbe messo “sul banco degli imputati” il “modello britannico”? Non dai sudditi di Elisabetta II, ovviamente. Ma nientepopodimenoche da Walter Ricciardi, consulente di Roberto Speranza. In pratica il Corsera mette sul patibolo BoJo citando come “atto di accusa più duro” (immaginiamo gli altri) quello scagliato in un’intervista a Repubblica da un dottore di cui il premier britannico probabilmente non conoscerà neppure l’esistenza. Allora, va detto, vale veramente tutto.