Sul piano dei vaccini, alias elisir di lunga vita, siamo all’apoteosi del medico ortodosso. Un professionista che crede nel dogma scientifico imposto dall’alto, a beneficio di politici e produttori di farmaci a caccia di profitti elettorali ed economici, e che sta per giurare sulla nuova bibbia del prossimo Codice deontologico elaborato dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici italiani (Fnomceo).
Riporta con grande enfasi la notizia la Repubblica, membro illustre del giornale unico virus, a margine del convegno, svoltosi a Roma, “Una nuova deontologia per il nuovo ruolo del medico”. Secondo il presidente della potente associazione professionale, Filippo Anelli, nel prossimo Codice deontologico dei medici italiani ci saranno anche i vaccini e le scelte no vax dei professionisti. “Sarà chiara l’indicazione a impegnarsi nelle campagne vaccinali – precisa quest’ultimo – ma non ci sarà nessuna previsione di obbligo. Questo non è possibile.”
Inoltre, sembra che lo stesso Anelli, dopo aver contribuito ad una campagna vaccinale senza precedenti, battendosi per la coercizione massiva del siero miracoloso a colpi di un abominevole lasciapassare sanitario, si è accorto che esistono ancora i diritti costituzionali: “Per i medici, come per ogni italiano – sottolinea Anelli – è chiarissimo il dettato dell’articolo 32 della Costituzione, secondo il quale nessuno può essere obbligato a un trattamento sanitario senza una disposizione di legge. Ciò che il codice indicherà è l’obbligo del professionista a impegnarsi nelle campagne vaccinali. Diventa insomma un obbligo deontologico – chiarisce il presidente dei medici – mettersi a disposizione delle autorità per vaccinare e informare.”
Ora, resta comunque il dato agghiacciante di voler inserire nel nuovo Codice deontologico un impegno a prescindere, quello sui vaccini, che al pari di qualsiasi altro farmaco dovrebbe essere lasciato alla libera valutazione del professionista, considerando che la medicina è una scienza probabilista e in quanto tale non riuscirà mai a produrre terapie e ritrovati validi per tutti e in ogni condizione, così come i talebani del coronavirus hanno maldestramente cercato di fare con i vaccini sperimentali, che al massimo potevano essere consigliati, dico consigliati, alle persone molto fragili sul piano immunitario.
E se un nuovo Codice ha da essere, al primo punto dovrebbe prevedere la libera facoltà del medico di esprimere il proprio dissenso in ordine a qualunque imposizione vaccinale, almeno per ciò che concerne le persone adulte, senza che questo ne comporti la sospensione dal lavoro e la perdita dello stipendio.
In conclusione, per dovere di cronaca, mi sembra doveroso riportare un commento del presidente Anelli, che oggi esclude obblighi deontologici, pubblicato nel gennaio di quest’anno, in merito alle migliaia di medici sospesi per non essersi piegati all’obbligo vaccinale: “L’obiettivo è, come afferma la legge, quello di tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell’erogazione delle prestazioni di cura e assistenza. Se poi vengono rilevate anche infrazioni deontologiche, come accade, ad esempio, con i sanitari che diffondono messaggi no-vax o non fondati su evidenze scientifiche, in parallelo saranno aperti anche dei procedimenti disciplinari”. Non credo che ci sia molto altro da aggiungere.
Claudio Romiti, 25 novembre 2022