Giustizia

Covid, la procura chiude la maxi-inchiesta: chi sono gli indagati

I pm di Bergamo dopo anni di indagini e consulenze arrivano al dunque: l’inchiesta sulla gestione del covid

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Ci sono voluti tre anni e la consulenza dello scienziato, poi diventato senatore del Pd, Andrea Crisanti. Tre anni di indagini che la procura di Bergamo chiude oggi dopo che tanto se ne è parlato nei mesi scorsi, anche per le dichiarazioni dei titolari del fascicolo, ma soprattutto dopo gli interrogatori dell’ex premier Giuseppe Conte, dell’ex ministro Roberto Speranza e di una buona fetta del ministero della Salute.

L’indagine verteva sulla gestione del Covid nei primi drammatici mesi della pandemia, soprattutto per quanto riguarda quanto successo nella Bergamasca e in Val Seriana. L’elenco degli indagati è lungo, e forse la cosa nemmeno sorprende. Tra loro ci sono:

  • Giuseppe Conte, ex premier
  • Roberto Speranza, ex ministro della Salute
  • Attilio Fontana, attuale presidente di Regione Lombardia
  • Giulio Gallera, ex assessore al Welfare lombardo
  • Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità
  • Angelo Borrelli, capo della Protezione Civile durante la prima ondata
  • Franco Locatelli, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità

A questi si aggiungono altri indagati, meno famosi. In totale sono una ventina, che ricordiamo restano innocenti fino a prova contraria. L’attività svolta, fanno sapere i magistrati, è stata “oltremodo complessa sotto molteplici aspetti e ha comportato altresì valutazioni delicate in tema di configurabilità dei reati ipotizzati, di competenza territoriale, di sussistenza del nesso di causalità ai fini dell’attribuzione delle singole responsabilità e ha consentito di ricostruire i fatti così come si sono svolti a partire dal 5 gennaio 2020”. All’apertura dell’anno giudiziario, il procuratore Antonio Chiappani disse che l’inchiesta aveva “accertato gravi omissioni da parte delle autorità sanitarie, nella valutazione dei rischi epidemici e nella gestione della prima fase della pandemia”. Tutto da dimostrare. Ora si apre la fase vera e propria del processo. Che si preannuncia agguerrito.

I magistrati hanno indagato a 360 gradi, partendo dalla decisione di non chiudere l’ospedale di Alzano Lombardo, passando per la mancata chiusura in zona rossa della Val Seriana, fino ad arrivare al mistero del piano pandemico influenzale, mai aggiornato e soprattutto non applicato nelle prime fasi della pandemia da coronavius. Ora ci sarà da capire se eventuali responsabilità politiche possano configurare anche reati nel campo penale. “Apprendo dalle agenzie di stampa notizie riguardanti l’inchiesta di Bergamo. Anticipo subito la mia massima disponibilità e collaborazione con la magistratura – dice Conte – Sono tranquillo di fronte al Paese e ai cittadini italiani per avere operato con il massimo impegno e con pieno senso di responsabilità durante uno dei momenti più duri vissuti dalla nostra Repubblica”.

Piccola nota a margine: la notizia della chiusura delle indagini è stata battuta oggi dalle agenzie. Ma i legali di Attilio Fontana e Giulio Gallera, così come lo stesso Conte, fanno sapere che ancora non hanno ricevuto alcun atto formale. Prima i giornali, poi i diretti interessati. Questo antico vizio italico, a quanto pare, non cambia mai.

Articolo in aggiornamento