di Paolo Becchi e Giovanni Zibordi
Ieri è arrivato sulla prima pagina del “Wall Street Journal” una notizia clamorosa: l’aumento enorme dei morti tra gli assicurati della Assicurazioni Vita. Non stiamo parlando di “morti Covid” come specifica lo stesso giornale, ma di “Non Covid Deaths” cioè morti non dovuti alla Covid:“. Sorprendentemente, le Assicurazioni Vita vedono un balzo nei pagamenti per decessi diversi dalla Covid ” leggi sul Wall Street Journal.
L’articolo ipotizza che possa essere colpa del lockdown, che ha limitato le cure negli ospedali, citando interviste a CEO di assicurazioni, ma se si legge bene di questo balzo nel numero di assicurati morti si parla nel 2021 e non nel 2020, dove pure si imponeva il lockdown. Per cui non essendo decessi dovuti alla Covid e non solo al lockdown deve esserci un’altra spiegazione.
Cosa altro è successo nel 2021 che possa spiegare una esplosione dei morti tra gli assicurati sulla vita? Va tenuto presente che le polizze vita le sottoscrivono persone che lavorano, tipicamente tra i 30 e i 65 anni e in buona salute. Se cerchi di avere una polizza vita soffrendo già di patologie serie od oltre una certa età fai fatica a ottenerla.
Si può ora leggere ovunque nella stampa finanziaria che le assicurazioni vita “devono riaggiustare i loro modelli di polizze a causa di un improvviso aumento di mortalità”.
Se si vuole essere più precisi e si guardano i dati appena usciti per il 2021 o per l’ultimo trimestre del 2021 delle maggiori assicurazioni vita in America si può constatare una esplosione dei pagamenti agli assicurati per i decessi. Questi, ad esempio, sono dati pubblicizzati in diverse interviste e post su twitter e altrove da un ex gestore importante di BlackRock, Edward Dowd (vedi qui)
Stiamo parlando del fatto che le maggiori Assicurazione Vita mostrano un aumento di pagamenti per decessi a fine 2021 rispetto a fine 2019 dal 21% al 57%. Ma l’aumento è concentrato nel 2021, non nel 2020, tanto è vero che nel 2020 le Assicurazioni non ne parlavano e non c’erano questi risultati clamorosi sui pagamenti per i deceduti assicurati.
Nelle conference call con gli analisti si legge ad esempio che per Aegon (olandese) i pagamenti sono aumentati nell’ultimo trimestre del 2021 per “una mortalità sfavorevole” da 60 a 92 milioni (+50%) e di questi 50 milioni sono attribuibili alla Covid-19
Stiamo parlando di una “strage” che è avvenuta nell’ultimo anno tra la popolazione che lavora, che è quella tipicamente che sottoscrive polizze vita. È bene quindi insistere a fornire dati precisi tratti dai conti economici e comunicati da queste società assicurative del ramo vita. Ad esempio, qui vedi i risultati di Unum Group per il 2021, 2020 e 2019 dove abbiamo sottolineato i “benefits” cioè i pagamenti a beneficio degli assicurati la cui polizza vita è stata riscossa. Noti un aumento da 1,314 nel 2019 a 1,430 nel 2020, ma poi un balzo nel 2021 a 1,470
Solo in America?
Ieri Die Welt in Germania riporta che l’assicurazione tedesca BKK ha molti più morti tra gli assicurati: “Una analisi di milioni di dati di assicurati sugli effetti collaterali arriva a numeri significativamente più alti… e questo costituisce segnale di allarme per il CEO di BKK…”.
Le Assicurazioni Vita, AIG, Aegon, BKK in Germania, Hartford, OneAmeric, Unum ecc. quindi mostrano che tra i loro assicurati morti negli ultimi 12 mesi ci sono stati aumenti di pagamenti e quindi di decessi intorno al +30% di media. Parliamo di morti per cui vengono pagate le polizze vita che sono quasi tutti, ovviamente, tra la gente che lavora, sotto i 65 anni e tipicamente anche persone non affette già da patologie gravi. Ci sono dichiarazioni di CEO di queste assicurazioni che sono state riportate su Reuters o Yahoo finanza e discusse sui social che parlano di eventi mai verificatesi nel dopoguerra e statisticamente improbabili.
Ma non stiamo parlando di morti attribuibili alla Covid, come anche il pezzo del Wall Street Journal evidenzia fin nel titolo. Questo perché innanzitutto il fenomeno è esploso ora, non nel 2020 quando c’era pure la Covid. inoltre, perché riguarda persone senza particolari patologie e nella fascia di età di chi lavora, quindi sotto i 65 anni. Come si sa anche ora la media dei decessi Covid resta invece intorno agli 80 anni.
A questo punto bisogna affrontare la realtà dei dati che non sono manipolabili: le assicurazioni pagano se l’assicurato è deceduto e basta. Questi sono i dati più esatti che si possono trovare e inoltre le Assicurazioni hanno modelli attuariali e statistici con cui determinano la probabilità media di morte per calcolare i premi degli assicurati. Non hanno neanche finalità politiche, ma solo finanziarie e se quindi ora parlano di un evento eccezionale di mortalità nel 2021 sanno quello che dicono.
I dati dell’Istituto Superiore di Sanità sono sui morti “Covid” vaccinati e non vaccinati e sono forniti sempre in termini di percentuali con molta attenzione alle esigenze del governo, per cui parlano sempre di ipotetiche differenze solo dei morti Covid tra vaccinati con 2 o 3 dosi e non vaccinati. Ma a noi cittadini interessa sapere una sola cosa: ci sono ora più morti di prima con le politiche di lockdown e vaccinazione di massa?
I dati delle Assicurazioni sono dei morti per tutte le cause degli assicurati con le polizze vita. Questi dati mostrano che è successo e sta succedendo qualcosa di devastante. Come abbiamo mostrato, si tratta di aumenti anche del 50% e non tra gli 80enni con già tre patologie in essere, ma tra la popolazione che lavora.
CI sono molti altri dati a riguardo che non possiamo tutti riassumere qui. Anche facendo una ricerca ora può trovare facilmente molti commenti sul boom dei morti assicurati. In particolare, segnaliamo questo ex gestore di Blackrock, Edward Dowd, che dopo averne parlato ha ricevuto molti dati da suoi ex colleghi di Wall Street, in forma anonima perché è un argomento politicamente esplosivo e ora Dowd sta facendo il giro dei talk show indipendenti.
Di questo balzo di mortalità nella popolazione che lavora ne parlano ora alcune importanti pubblicazioni estere come abbiamo visto, in America non ne parlano non ancora i grandi media TV o il NY Times, ma il dibattito è aperto nella comunità finanziaria di Wall Street che vede i dati di queste società che lamentano il boom dei pagamenti per gli assicurati deceduti.
Non è possibile trovare dati migliori di quelli di morti con polizza vita anche perché queste società calcolano esattamente le probabilità di morte medie e quindi sono in grado di misurare bene di quanto il fenomeno si discosti dalla norma. Le società maggiori parlano di un fenomeno anomalo di mortalità, e non ne parlavano nel 2020, ne parlano ora. Ma cosa è successo nell’ultimo anno di diverso dal 2020? Sicuro, si sono ripetuti i lockdown e questi hanno ridotto l’attività degli ospedali e sicuramente questo ha contribuito a più malattie non curate.
Ma ripetiamo che l’assicurato tipico non è una persona anziana e malata, è una persona che lavora che sottoscrive la polizza perché teme un evento non previsto. Dopo più di un anno di vaccinazione di massa in questa fascia, che costituisce però anche la maggioranza della popolazione, c’è stato un notevole aumento di mortalità e non è dovuto in gran parte alla Covid, perché nel 2020 non c’era e perché si parla di persone di 30 o 40 o 50 anni, non del tipico malato Covid sopra i 70 e con due o tre patologie.
Ma allora a cosa è dovuto? Cosa è stato fatto nell’ultimo anno che può spiegarlo?
Questi dati dei morti nel 2021 degli assicurati delle maggiori assicurazioni coincidono e corroborano i tanti casi di cronaca di persone giovani o in età lavorativa “morti improvvisamente”, avendo in comune tra loro solo il fatto di essersi vaccinati. Nell’ultimo anno ci sono stati molto più morti tra le persone giovani e adulte che lavorano. A queste persone è stato iniettato un trattamento messo a punto in pochi mesi invece dei dieci anni che sono la norma per i nuovi farmaci. Non si può continuare a tenere la testa nascosta nella sabbia.
Si sono fatti i lockdown e si è proceduto ad una vaccinazione di massa che non ha precedenti nella storia. Il risultato documentato e incontestabile è che ci sono stati molto più morti tra la maggioranza “attiva” della popolazione.