Infine, entrando direttamente nel merito del “disinteressato” consiglio espresso da Pregliasco, il quale vorrebbe farci circolare come mummie in modo permanente, la virologa teme, al pari di chi scrive, “che della mascherina ci libereremo con una certa difficoltà: le persone di sentono più sicure indossandola.”
Ora, è proprio quest’ultimo aspetto toccato dalla Gismondo che costituisce uno degli elementi più inquietanti della questione. Ovvero la grande diffusione di un falso senso di sicurezza, denunciato sin dai primi mesi della pandemia dall’Organizzazione mondiale della sanità, che ha trasformato questi presunti dispositivi di protezione individuale, soprattutto per l’utilizzo che se ne sta facendo da oltre due anni, in una sorta di feticcio dai poteri magici, in grado di allontanare gli spettri di una malattia enormemente ingigantiti dai comunicatori del paura. Oltre a rappresentare un vero e proprio strumento di controllo sociale intollerabile nell’ambito di una democrazia che ancora si definisce liberale. Proprio per questo motivo occorre liberarsi il prima possibile di questo ingombrante simbolo di una strisciante dittatura sanitaria che ha paralizzato la nostra esistenza per un tempo fin troppo lungo.
Claudio Romiti, 11 aprile 2022