Salute

Covid, Meloni: “Non c’è salute senza libertà”. Ma ora passi ai fatti

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Intervenendo alla sessione di lavoro sulla salute del G20, la premier Giorgia Meloni ha sostanzialmente ribadito sul Covid quanto espresso nel suo discorso di insediamento alla Camera.

Dopo aver pagato un pegno, visto il consesso, al pensiero politicamente corretto, sostenendo che in Italia il Covid sarebbe in calo “grazie al lavoro straordinario del personale sanitario, ai vaccini, alla prevenzione, alla responsabilizzazione dei cittadini, la vita è tornata progressivamente alla normalità”, la Meloni ha così proseguito: “La pandemia ha mostrato la grande fragilità delle nostre società dinnanzi a crisi sanitarie inaspettate. Una situazione di pericolo che abbiamo il dovere di affrontare in modo strutturale, senza mai cedere alla facile tentazione di sacrificare la libertà dei nostri cittadini in nome della tutela della loro salute.”

Una facile tentazione a cui, come abbiamo potuto vivere sulla nostra pelle, chi l’ha preceduta non ha saputo resistere, arrivando ad estorcerci un vaccino piuttosto controverso attraverso l’imposizione di un lasciapassare sanitario di stampo sovietico.

Concludendo il suo intervento, la Giorgia nazionale ha tenuto a sottolineare che “libertà e salute si tengono insieme. Perché certamente, se non si ha la salute a nulla serve la libertà. Ma di contro, cos’è la salute senza libertà?”

Già, esattamente quell’abominevole salute senza libertà che quel gran genio incompreso di Roberto Speranza ha perseguito per oltre due anni, iniziando a chiuderci in casa per due mesi ad incubare rabbia e molte altre malattie. Una visione aberrante di salute puramente biologica che non ha nulla a che vedere con quella descritta nell’atto costitutivo dell’Organizzazione mondiale della sanità secondo cui la medesima salute rappresenta “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente assenza di malattie o infermità.”

Ora, però, ci aspettiamo che si mettano le gambe alle importanti enunciazioni del presidente del Consiglio, eliminando ciò che resta delle illiberali restrizioni del recente passato, a cominciare dall’inutile e umiliante green pass – che, come si è visto, non tutela affatto dalla trasmissione del contagio – richiesto alle persone in visita negli ospedali o nelle Rsa.

Altrimenti continueremo a restare in un tempo indefinito nel sentiero delle buone intenzioni, che ben sappiamo dove ci conduce.

Claudio Romiti, 15 novembre 2022