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Covid, mistero Asia: pochi vaccini, pochi morti

Uno studio dimostra come l’Asia, nonostante sia poco vaccinata, non abbia avuto una mortalità superiore rispetto alla norma

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di Paolo Becchi e Giovanni Zibordi

L’Europa è lo spazio geopolitico che al momento ha in percentuale più contagi, ospedalizzati e decessi Covid del resto del mondo, e non si tratta solo dell’Est Europa. L’Europa è però anche l’area più vaccinata del mondo, negli Usa infatti la vaccinazione si è fermata e un terzo della popolazione sembra proprio intenzionata a non vaccinarsi. Ma il fatto clamoroso di cui non si vuole parlare tanto è che l’Asia, dove risiede la maggioranza della popolazione del mondo, è in larga parte poco vaccinata e non ha complessivamente avuto mortalità totale superiore dalla norma con il Covid-19.

Perché in Italia sono morte 135 mila persone con Covid e in altri paesi, anzi in quasi tutti gli altri paesi molto meno (in percentuale della popolazione)? In Giappone, ad esempio, con il doppio della popolazione ci sono stati solo 18 mila decessi Covid, cioè circa 15 volte meno morti. Una ragione è che da noi non si è curato e tuttora non si cura chi si ammala, si aspetta una settimana da quando appare la febbre e altri sintomi e poi si porta in terapia intensiva (a meno di non essere dei vip per i quali sembra che si intervenga subito). Il Ministero delle Malattie preventive (che solo per un eufemismo viene ancora chiamato della Salute) e i tecnocrati del governo hanno deciso che non vanno usati i farmaci in commercio, hanno imposto un protocollo – ora un po’ ritoccato – che più o meno dice “non fare niente la prima settimana, aspetta di vedere come va”.

In Giappone invece l’Ordine dei Medici è dall’anno scorso che raccomanda di usare per tutti l’ivermectina, che è stata inventata da un microbiologo giapponese, Omura, per la quale ha ricevuto il Premio Nobel dopo che da 35 anni in tutto il mondo ha salvato centinaia di migliaia di persone da malattie virali tropicali con quel farmaco. Il Ministero della Salute in Giappone non la raccomanda perché segue il CDC Usa e l’Oms, ma i medici giapponesi invece sì, l’Ordine dei Medici giapponesi la raccomanda. Da noi invece l’Ordine dei Medici segue passivamente il ministro Speranza e i suoi tecnici.

Qui vediamo una mappa dei paesi in cui è consentito l’uso dell’Ivermectina per il Covid. Si notino in particolare alcuni paesi in verde scuro, India e Egitto, dove è politica nazionale usarla e non solo per iniziativa di singoli medici come ad esempio in Germania o Stati Uniti o Giappone o Ukraina.

Anche in India ed Egitto i morti Covid sono 20 volte meno che in Italia e non si tratta solo della popolazione più giovane. L’India ha avuto 3 volte più morti Covid dell’Italia, ma la popolazione di 1,380 milioni è 19 volte maggiore, per cui la mortalità Covid è stata 6 volte meno. Ma l’esempio più clamoroso è l’Egitto perché ha avuto, con una popolazione di 100 milioni di abitanti, solo 19 mila morti Covid, quindi una statistica quasi uguale al Giappone e circa 15 volte meno morti dell’Italia. Tra l’altro, sia Egitto che India hanno vaccinato molto poco, intorno al 20-25% contro oltre il 70% dell’Europa e otre l’80% dell’Italia e da loro se si controlla i contagi sono quasi spariti.

Si potrebbe allargare il discorso a quasi tutta l’Asia, ad esempio Pakistan, Bangladesh, Indonesia, Thailandia e si vedrebbe che la mortalità è da 5 a 20 volte minore che in Italia, nonostante percentuali di vaccinazione molto basse. È evidente che non è la vaccinazione che ha contato, ma se curavi i pazienti. È anche però evidente che una popolazione molto anziana incide. Quello che conta davvero è quante persone muoiono in totale, non quanti muoiono con l’etichetta “Covid” perché i morti Covid sono 80enni in media e già quasi tutti malati o obesi, solo 3,800 in Italia sono morti che non fossero già malati di qualcosa secondo l’Istituto Superiore di Sanità. Vediamo allora la mortalità totale come è cambiata negli ultimi anni.

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