Salute

Liturgia del terrore Covid

Covid, “no al liberi tutti”. Tornano i medici pro restrizioni

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“Ormai sappiamo che con il Covid bisogna convivere ma per fare questo serve una costante cautela e rispetto delle precauzioni. Invece il ‘libera tutti’, con l’abolizione di molte misure anti-coronavirus sta creando problemi, e se finora si parlava di ondate invernali o autunnali, in questi giorni abbiamo la chiara dimostrazione che, nonostante l’estate, la diffusione del virus e delle sue varianti c’è ed è elevata”.

Queste allarmanti parole di Guido Quici, presidente del sindacato dei medici Federazione Cimo-Fesmed, non sono state espresse nell’estate del 2020, quando un Paese ancora sotto choc usciva dalla fase più critica della pandemia di Sars-Cov-2, bensì in una recentissima intervista rilasciata ad Adnkronos Salute. Non solo: secondo questo ennesimo profeta di sventure col camice bianco, “se aumenta ancora la diffusione del virus nelle prossime settimane e aumenta la possibilità di ricorso in ospedale avremo un ulteriore colpo alla tenuta del sistema.”

Una vera e propria catastrofe, dunque, i cui prodromi vengono già segnalati da un altro collega di Quici, Andrea Filippi, segretario nazionale della Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, anch’egli ascoltato dalla stessa Adnkronos Salute. In questo caso i toni sono quasi apocalittici: “Stiamo registrando un nuovo, abbastanza travolgente, accesso nei pronto Soccorso di persone con Covid, anche giovani, che, per quanto non gravi, hanno bisogno di respirazione assistita, di semplice ossigeno, ma non gestibile a casa con la scarsa rete che, nonostante la pandemia, abbiamo costruito, e questa situazione sta ricadendo nuovamente sugli ospedali. Secondo noi – rincara la dose Filippi – è stata sicuramente sottovalutata questa ondata estiva, perché in qualche modo si pensava che non sarebbe arrivata invece sta arrivando e si sta anticipando uno scenario autunnale, in una situazione in cui i vaccini ancora un po’ reggono, ma desta molta preoccupazione. È un po’ prematuro per dire se la situazione è allarmante in termini di sovraccarico dei servizi ospedalieri – sottolinea – ma l’impressione è questa: nei Pronto soccorso sta aumentando l’afflusso di pazienti in modo esponenziale”.

A questo punto, con lo scopo di comprendere se vi sia un qualche fondamento in tutto ciò, siamo andati a guardare i numeri che più di altri rendono l’idea della gravità di questa pandemia infinita: quelli delle terapie intensive. Ebbene il 18 giugno negli ospedali italiani risultavano 193 pazienti ricoverati in tali reparti, mentre lo stesso giorno dello scorso anno ce n’erano addirittura 416, ossia ben più del doppio.

Pertanto, verrebbe da domandare a codesti luminari, ma di cosa stiamo esattamente parlando, dal momento che da molte settimane l’andamento dei ricoveri con e per Covid-19 risulta inchiodato a numeri più che rassicuranti? Probabilmente, come è già sciaguratamente avvenuto in questi lunghi anni di infodemia, si continua a prendere a riferimento i contagi o infezioni – secondo una definizione più usata dai virologi del terrore – per chiedere e giustificare tutta una serie di limitazioni alla nostra libertà che oggi più ieri, alle prese con un virus chiaramente mutato in senso benigno, risultano inconcepibili.

D’altro canto, come alcuni studiosi che non si sono piegati al dogma sanitario dominante sostengono da tempo basandosi su solide acquisizioni scientifiche, tra cui il Nobel Luc Montagnier, Giulio Tarro e Mariano Bizzarri, la circolazione estiva del coronavirus, al pari di tanti altri virus respiratori, oltre a non provocare nessuna sciagura, come i succitati numeri sulle terapie intensive sembrano dimostrare, tende a fortificare la cosiddetta immunità naturale nella componente più sana della popolazione, con un grande beneficio indiretto anche nei riguardi dei soggetti più fragili.

Ma evidentemente, avendo puntato tutti su vaccini e restrizioni, che come vediamo vengono ancora invocate senza alcun riscontro oggettivo, l’idea che la popolazione possa relazionarsi con l’ultimo dei coronavirus come una semplice influenza, così come i riscontri attuali incoraggerebbero a fare, sembra proprio non piacere a tanti, troppi personaggi che proprio sul terrore virale hanno investito molto.

Claudio Romiti, 19 giugno 2022