Covid, Pregliasco insiste: “La variante Arcturus colpisce i bambini”

Il giornale unico del virus e i tele-virologi tornano a lanciare l’allarme. Interviene anche l’Oms

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Leggendo l’ultimo, enciclopedico articolo sul Covid, pubblicato su la Repubblica da Donatella Zorzetto, giornalista specializzata nel terrore virale, c’è da ammirare la sua capacità nel spacciare alcuni dati del tutto inconsistenti, sotto tutti i punti di vista, per preoccupanti segnali di una catastrofica recrudescenza di un virus che, ripetiamo fino alla nausea, non è mai stato un serio problema per le persone in buona salute, così come certificato dai numeri fin qui raccolti in ogni parte del globo.

Esilarante il suo iniziale approccio in merito alla diffusione di un virus endemico al pari di tanti altri innumerevoli agenti patogeni: “La variante KP.3 scombussola i piani di quest’estate. Rimescola le carte contribuendo ad aumentare i contagi, sia in città che nei luoghi di villeggiatura. Ancora non ha surclassato la variante dominante, la JN.1, ma si sta avvicinando alla meta. Se la variante Covid KP.2, arrivata in Italia dagli Usa a fine maggio, richiamava alla mente la Delta (B.1.617.2) che catapultò il mondo nella pandemia ed era tra le più resistenti nel 2021 (si è diffusa in più di 85 nazioni), ora è, appunto, la KP.3 a tenere banco.”

Dopodiché, sottolineando un “preoccupante” aumento dei contagi, che in una settimana sarebbero cresciuti di circa 500 unità in tutta Italia (dato insignificante, visto che si eseguono pochissimi tamponi e che, trattandosi di un virus ubiquitario, tenere conto dei contagi equivale ad asciugare le colonne di ghiaccio). Ed è a questo punto che la nostra, come di consueto, passa la palla al principe della paura virale Fabrizio Pregliasco, il quale non perde l’occasione per sciorinare una lunga esortazione, in stile bugiardino farmaceutico, riguardante i sintomi “catastrofici” dell’ennesima variante dei miei stivali.

“Il virus SARS-CoV-2 quest’estate provoca sintomi in gran parte sovrapponibili a quelli di un raffreddore – spiega Pregliasco -. Mi riferisco a naso chiuso e che cola (rinorrea), starnuti, affaticamento, stanchezza e malessere, mal di gola, mal di testa, che può essere diverso dal solito o durare più del solito. Questi sono i sintomi più comuni, ma restano possibili dolori muscolari, riduzione dell’appetito, tosse insistente, nausea e diarrea, febbre o febbriciattola – prosegue il nostro genio incompreso -. Sempre meno comuni, ma comunque possibili, sono la perdita di olfatto e gusto. E nei bambini la variante XBB.1.16 (Arcturus) sembra poter indurre congiuntivite (occhi rossi e pruriginosi).”

Si tratta, a mio avviso, di una mirabile dimostrazione di preveggenza virale, tanto da far impallidire sensitivi, astrologi e cartomanti, dal momento che, proprio utilizzando una tecnica usata dai ciarlatani di ogni epoca, si dice tutto e il contrario di tutto in modo da indurre gli ingenui di turno a trovare nel minestrone di possibilità espresse uno o più elementi, in questo caso sintomi, che possano fare al caso loro. Quindi, per esemplificare, il Covid potrebbe manifestarsi come un raffreddore ma anche no, secondo Pregliasco, tanto che “in alcuni casi la situazione può diventare più seria – segnala l’igienista lombardo – . Bisogna fare attenzione alla mancanza di fiato, ad un aumento della frequenza respiratoria, che deve subito essere segnalato al medico e possibilmente monitorato con un saturimetro. In generale i sintomi possono essere più o meno forti, essere presenti tutti o solo in parte: severità e durata possono variare in base a fattori come vaccinazione, età, stato di salute generale e quindi capacità di reazione del sistema immunitario.”

Ma dai, Pregliasco ci spiega che a fare la differenza, così come è stato sin dall’inizio di questa follia di massa, è lo “stato di salute generale e quindi la capacità di reazione del sistema immunitario”? Una grande, incommensurabile scoperta dell’acqua calda. Oltre a tutto ciò, che per non tediare il lettore abbiamo sintetizzato al massimo, la lunga e indigesta pappardella virale si conclude con l’ennesimo richiamo a vaccinarsi, citando un appello del Cdc (agenzia federale statunitense per il controllo delle malattie), il quale avrebbe raccomandato “tutte le persone dai 6 mesi in su” a ricevere il vaccino Covid aggiornato 2024-2025 per proteggersi contro gli effetti potenzialmente seri provocati dall’infezione. I vaccini aggiornati – si specifica nell’articolo – saranno resi disponibili da Moderna, Novavax e Pfizer entro la fine dell’anno.”

Ma, dulcis in fundo, ci pensa l’Organizzazione mondiale della sanità a dare il colpo di grazia ai paranoici di tutte le latitudini. Come infatti riporta un lancio di Adnkronos, è il direttore generale in persona, Tedros Adhanom Ghebreyesus, a lanciare l’allarme: “I dati mostrano che la copertura vaccinale anti-Covid è diminuita tra gli operatori sanitari e le persone over 60 anni, che sono due dei gruppi più a rischio. Il Covid-19 ancora oggi fa registrare ogni settimana una media di 1.700 decessi a livello globale.” Pertanto, sintetizza la nostra agenzia di stampa, “l’Oms raccomanda che le persone appartenenti ai gruppi a più alto rischio ricevano una immunizzazione entro 12 mesi dall’ultima dose.”

E noi siamo certi che trattasi di una raccomandazione assolutamente disinteressata, tanto da metterci la mano sul fuoco. Parola di Muzio Scevola.

Claudio Romiti, 12 luglio 2024

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