Ma dal momento che per il nostro il problema continuano ad essere i contagi, anziché i ricoveri e i decessi (sebbene, occorre avere il coraggio di sottolinearlo, ci sarà sempre una aliquota di soggetti talmente malandati da non reagire neppure ai vaccini, così come accade nel corso dell’influenza stagionale), ne consegue che dovremmo subire a tempo indeterminato l’attuale regime di restrizioni.
Sebbene la logica più elementare – quella di Pregliasco è sicuramente troppo sofisticata per noi comuni mortali – porterebbe a seguire la linea scelta per il Regno Unito da Boris Johnson, che è poi la stessa scelta sin dall’inizio dalla Svezia, cioè convivere col virus cercando di isolare e proteggere i più vulnerabili, noi ci ostiniamo a voler inseguire una chimera: la definitiva estinzione del Sars-Cov-2. Il disegno è bellissimo, ma piuttosto difficile, se non impossibile da realizzare.
Claudio Romiti, 6 novembre 2021