Una volta la divulgazione costituiva uno dei fiori all’occhiello della Rai servizio pubblico. Il compito di rendere accessibili a un pubblico vasto nozioni tecniche e scientifiche ha reso famosi alcuni divulgatori del recente passato, alcuni ancora viventi, come Piero Angela, Folco Quilici, Ambrogio Fogar, Mino D’Amato e tanti altri. Ma con l’arrivo dell’ultimo coronavirus, responsabile del Covid-19, le cose sembrano cambiate drasticamente, in cui si assiste ad un totale ribaltamento dei nessi causali, con l’unico scopo di dimostrare che, malgrado i vaccini e le mutazioni sempre più benigne del virus, si può affermare tutto e il contrario di tutto senza pudore.
Ne ha offerto una evidente, quanto spiacevole dimostrazione il Tg3 delle 12 andato in onda il 24 giugno. In un breve ma piuttosto angosciante servizio sulla presunta risalita dei contagi (presunta in quanto il metodo dei tamponi a casaccio, alla viva il parroco, non rappresentano esattamente un riferimento scientificamente accettabile per comprendere l’evoluzione della pandemia), la giornalista di turno è riuscita a dire, in un breve ma efficace bollettino di guerra, che in una settimana i contagi sono aumentati del 62%, con l’indice Rt -i l misterioso marchingegno che serve a giustificare qualunque restrizione – per la prima volta da aprile risalito oltre la “soglia di guardia”, attestandosi a 1,07. Non solo, al fine di aggiungere un pizzico di terrore, che non guasta mai in questo clima di perenne paura virale, la stessa redattrice ha tenuto a spiegare ai telespettatori sintonizzati che questo cataclisma di contagi si sarebbe già riverberato sui dati ospedalieri, con -udite udite! – i malati Covid che occupano il 7,9% dei posti in area medica e “addirittura” il 2,2% di quelli delle terapie intensive. Una vera a propria catastrofe, dunque, che in realtà nello stesso servizio, esprimendo una evidente contraddizione in termini, viene sostanzialmente negata, riportando in sintesi “che gli esperti interpellati avrebbero confermato la maggiore contagiosità dell’ultima variante omicron, ma nel quadro di una assai minore gravità della malattia, così come i più che rassicuranti numeri degli ultimi mesi dimostrerebbero in modo incontrovertibile. Ciononostante, proseguendo nel mantra infinito del terrore, verso la fine la solerte giornalista ha voluto ricordare a chi era in ascolto di continuare ad utilizzare le mascherine in caso di assembramenti, esortando gli anziani e i più fragili a farsi inoculare la quarta dose di vaccino, onde evitare le conseguenze gravi della malattia.
Quarta dose che, così come sta avvenendo da tempo in Italia, è costituita in gran parte da vaccini a mRNA, Pfizer e Moderna in particolare. Vaccini che secondo molti studi sarebbero oramai del tutto inefficaci nei confronti delle ultime varianti. Il professor Mariano Bizzarri, nel suo ultimo libro, ne fornisce una chiarissima spiegazione, corredandola con altre autorevoli citazioni scientifiche: “Poiché i vaccini a mRNA sono concepiti per riprodurre la proteina Spike, qualunque variante che ne modifichi la struttura espressa dal virus finisce con il vanificare la risposta anticorpale generata dall’organismo, che è specificatamente rivolta contro la proteina originale. Un’imponente mole di studi comprova la scarsa efficacia dei vaccini concepiti per colpire la proteina Spike espressa dal ceppo originario, isolato nel corso dei primi mesi del 2020.”
Quindi siamo alle solite, ci viene propinato l’oramai consueto teatrino dell’assurdo, in cui si tende a spacciare il contagio per la malattia, sebbene i numeri dei ricoveri di soggetti positivi al tampone siano complessivamente piuttosto scarsi e sempre più confusi. Tant’è che il 23 giugno in una intervista rilasciata a Rai News 24, l’epidemiologo Carlo La Vecchia, docente all’università Statale di Milano, ha definito ancor meglio la natura dei medesimi ricoveri targati Covid-19: “Al momento la situazione negli ospedali resta di stress moderato – tranquillizza lo studioso – anche se ricoveri ordinari e in terapia intensiva registrano un lieve aumento anche perché sono influenzati da pazienti che hanno altre patologie e per le quali l’infezione è solo concomitante”.
A questo punto, chiunque mostri una normale capacità ad utilizzare i più elementari nessi logici, sulla base delle informazioni che spesso la stessa stampa del terrore mette a disposizione, dovrebbe arrivare alla conclusione che la succitata divulgazione scientifica è stata completamente sostituita da un guazzabuglio pseudo-scientifico di natura dogmatica. Guazzabuglio in cui si ammette che non vi sono studi seri sull’efficacia dell’uso massivo delle mascherine, ma queste vanno comunque indossate in ogni caso, che i vaccini a mRNA non sono più efficaci nei riguardi varianti, ma questi vanno comunque eseguiti a prescindere dal crescente numeri di casi avversi, e che i contagi aumentano troppo, ma questi non si traducono da tempo in una qualche difficoltà per gli ospedali italiani.
Tuttavia, se togliamo di mezzo le mascherine inefficaci, i vaccini inutili e l’inesistente allarme ricoveri, cosa resta? Ma è ovvio, solo ed esclusivamente una magnifica, quanto irrazionale paura virale, ad uso e consumo di chi ne ha fatto una lucrosa professione.
Claudio Romiti, 25 giugno 2022