Covid, tamponi e psicosi: perché ha ragione Zangrillo

Il primario del San Raffaele contro le code in farmacia per un test: “È la morte del Paese”

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Il professor Zangrillo torna a criticare le restrizioni imposte dal governo per contenere la diffusione dei contagi con un tweet: “200 metri di coda per alimentare le casse delle farmacie, il terrorismo giornalistico e certificare la morte del Paese”. Con queste parole il primario di Rianimazione del San Raffaele descrive la situazione attuale piena di disagi per la popolazione, costretta a distanza di due anni dall’esplosione della pandemia a subire restrizioni delle libertà di ogni tipo.

Non è la prima volta che Zangrillo si scaglia contro determinate imposizioni, infatti, il 23 dicembre scriveva su twitter: “Quando il Paese sarà irrimediabilmente distrutto ne chiederemo ragione agli “scienziati” e ai giornalisti innamorati del #Covid19”. Ed il 18 dicembre dichiarava: “A Milano gli assembramenti sono creati da persone in attesa di tampone fuori dalle farmacie. La paranoia da contagio, creata dai media, è una malattia incurabile”.

Dalle parole di Alberto Zangrillo emergono dunque diversi inviti a cambiare rotta per la gestione della pandemia, dall’informazione alla politica. Queste misure creano comunque assembramenti secondo Zangrillo ed alimentano paranoie e paure che rischiano di radicarsi nella popolazione.

Sulla questione dell’informazione anche Nicola Porro nella sua Zuppa ha usato parole dure e chiare sulla questione: “Lo stile dei nostri favolosi colleghi giornalisti è che quando Mario Draghi entra nella stanza per fare il suo discorso, scatta un applauso. Vabbè: i custodi della democrazia sono imbarazzanti. Devo dire che il custode di Conte, Marco Travaglio, è uno dei pochi che se accorge.”  Ed ancora Porro, sulla questione emergenza sanitaria evidenzia tutte le contraddizioni della gestione politica: “La quarta dose, la terza dose dopo tre mesi, i tamponi anche per quelli che hanno fatto tre dosi e così via. L’unica cosa certa è che sono saliti i contagi a 36.000 e il modello italiano di green pass e vaccinazione, nulla ha potuto per fermare questa malattia”.

Come più volte ho sottolineato, il covid è un problema serio, ma è altrettanto vero che condurre una vita pensando esclusivamente al virus, rinunciando a tutte le libertà personali si rischia di costruire una “società paranoica”, come ha sottolineato Zangrillo su Twitter, dove al centro di tutto c’è la paura.  Anche nel caso in cui il virus venga definitivamente debellato, si continuerà a morire a causa di altre malattie. E l’Oms nella sua Costituzione punta al raggiungimento del massimo stato di salute dei cittadini, inteso come benessere economico, sociale e mentale. Con queste regole si rischia di tralasciare tutto quello che ruota alla vita sociale ed economica del Paese. Libertà e salute sono complementari e devono necessariamente viaggiare insieme per costruire una società basata sul benessere diffuso.

Carlo Toto, 27 dicembre 2021

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