Lungi dai noi fare i debunker, arte che indegnamente guardiamo da lontano con qualche dose di disprezzo. Però fa specie quando i professoroni del giornalismo, le penne candide, i cacciatori di bufale e similari incappano in notizie false, le rilanciano, creano un bel po’ di odio verso i no vax e poi se ne stanno zitti zitti come se nulla fosse. Dove sono i Paolo Attivissimo, i Butac de noantri, i David Puente di turno?
Il laccio emostatico per fermare il vaccino?
Partiamo da qui, dall’ultima storia dubbia spacciata per verità assoluta a reti unificate dal giornale unico del virus. La Stampa, Il Fatto, il Corriere, Open, Fanpage: tutti, o quasi, sono finiti nel racconto di un utente Twitter che sostiene di aver visto coi propri occhi la scena di un no vax che tentava di “fermare” il vaccino legandosi due lacci emostatici al braccio. I titoli sono a caratteri cubitali: “Laccio emostatico per fermare il vaccino: ora il no vax rischia l’invalidità” e via copia e incolla dicendo.
Paziente che si presenta in ps con braccio nero e occlusione omerale. Interrogato spiega che si è vaccinato 2 gg fa per lavorare, ma intendeva evitare che il vaccino entrasse nel corpo e, seguendo consigli medico internet, ha tenuto laccio emostatico sopra e sotto sito inoculo
— claudio luca biasi (@luca_biasi) December 30, 2021
La fonte del racconto paradossale è tal Claudio Luca Biasi, di Lugo, in Emilia Romagna, che su Twitter ha scritto di un “paziente che si presenta in pronto soccorso con il braccio nero e occlusione omerale. Interrogato spiega che si è vaccinato due giorni fa per lavorare, ma intendeva evitare che il vaccino entrasse nel corpo e, seguendo consigli medico internet, ha tenuto il laccio emostatico sopra e sotto l’inoculo”. Un cretino tale che sarebbe stato “operato per riaprire il vaso” e “probabilmente residuerà parziale invalidità”. Vero? Falso? I giornali hanno “localizzato” il fattaccio o in Emilia Romagna o direttamente a Lugo. Peccato che nessuno si sia preso la briga di telefonare all’Ausl di Ravenna (cui fa capo l’ospedale di Lugo). Ci ha pensato il Primato Nazionale ed ha raccolto la smentita dell’Azienda ospedaliera locale. Andando sul sito della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, cui devono essere iscritti tutti i “dottori”, al cognome Biasi fa capo un solo Biasi Claudio di Verona, nato nello stesso anno dell’utente twitter, ma iscritto all’ordine di Palermo. Di Biasi Luca non ce ne sono né tantomeno di Biasi Claudio Luca.
Solo Open ha successivamente “aggiornato” la notizia informando i lettori di aver contattato l’autore del tweet “il quale afferma che l’evento non è avvenuto presso un centro ospedaliero di Lugo, dove egli risiede”, ma non intende rivelare il luogo dell’episodio per “tutelare la privacy e la serenità del paziente”. Sarà anche vero. Ma ci domandiamo: la notizia non meritava l’indagine di un debunker di grido, il bollino “precisazioni” o quello, sempreverde, di “contesto mancante”?
La bimba positiva al covid: falso
In fondo non sarebbe la prima volta che i giornali rilanciano una bufala i cui protagonisti sono no vax o questioni relative al coronavirus. Ieri vi abbiamo raccontato le “nobili bugie” sul numero dei non vaccinati in pericolo. Ma no0n è l’unico caso. Ricordate la bimba “positiva al Covid” che da Udine è stata trasportata d’urgenza al Bambin Gesù di Roma da un Falcon 900 del 31esimo Stormo dell’Aeronautica Militare? Ecco. Il coronavirus non c’entrava un fico secco. Udine Today l’aveva riportata così, e insieme a lei altre testate. Poi ci ha pensato la madre di Agata, Simona Settembre, a smentire la notizia. “Vergognatevi! – ha scritto sui social – Mia figlia non è affetta covid e penso che lucrare, anche solo moralmente (come hanno fatto svariate redazioni in queste ore) sull’emergenza sanitaria sia vergognoso. Ha invece una rarissima malattia congenita chiamata Emangioma Epatico, per questo motivo necessiterà delle cure dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù”. La bimba per fortuna è stabile, le polemiche invece no. E su Instagram la madre è tornata alla carica parlando dei rovesci cattivi di questa storia, “ancora più inaspettati e vergognosi”: ovvero “quelli giornalistici”.
Il pellegrino no vax? Aveva già fatto due dosi
Non è tutto, ovviamente. A metà dicembre i cronisti si gettano sul focolaio di una comitiva di pellegrini di Pieve di Soligo (Trevisto): dopo un viaggio ad Assisi, su 92 fedeli ben 24 risultano positivi, 3 casi sospetti e gli altri vengono messi in quarantena perché contatti stretti. Uno degli infetti finisce in terapia intensiva e subito viene bollato come no vax untore di turno. A riferire la condizione vaccinale del 78enne era stata la stessa Usl 2 di Treviso, e i giornali ci sono andati a nozze, peccato che subito dopo la notizia sia stata smentita. “Nella congestione dei primi momenti – ha spiegato il direttore Francesco Benazzi – mi era stata descritta come persona ‘non vaccinata’, in realtà i sanitari si riferivano alla terza dose, non ancora fatta. Un nostro errore di cui ci scusiamo”. E il bello è che l’uomo, ritenuto la presunta origine del contagio, non s’era manco aggregato al viaggio perché già con sintomi e malesseri vari.
Bufale, insomma. O mezze verità. Ma se si è in guerra coi no vax, tutto ormai appare permesso.