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Covid, un documento rivela: “Chiusure anche con i vaccini”

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Non basteranno i vaccini per dire addio alle chiusure. Anzi: dovremo “rafforzare” le restrizioni “nei prossimi mesi” anche se gran parte della popolazione si è fatta inoculare il siero anti-Covid. È questa la (tragica) informazione che trapela da un documento ufficiale dello Stato, redatto dall’Avvocatura e consegnato nelle mani del Tribunale Civile di Roma.

L’occasione, come rivela ilGiornale.it, è una causa civile intentata dai familiari delle vittime del coronavirus della Bergamasca, che stanno cercando di ottenere un risarcimento dal governo e dal ministero della Salute per la perdita dei loro cari. Ma non è questo che oggi ci interessa. L’attenzione va posta su un passaggio contenuto a pagina 21 della “memoria difensiva” depositata dagli avvocati dello Stato per rispondere alle denunce dei ricorrenti. “L’analisi dei modelli – si legge – mostra che, a meno che gli interventi non farmaceutici (NPI) non continuino o vengano rafforzati nei prossimi mesi, dovrebbe essere previsto un aumento significativo dei casi e dei decessi correlati a Covid-19 nell’UE”. E ancora: “Sebbene la vaccinazione mitigherà l’effetto della sostituzione con varianti più trasmissibili e la stagionalità potrebbe potenzialmente ridurre la trasmissione durante i mesi estivi, l’allentamento prematuro delle misure potrebbe portare a un rapido aumento dei tassi di incidenza, casi gravi e mortalità. È necessaria quindi una rapida distribuzione del vaccino tra i gruppi prioritari per ridurre i ricoveri, i ricoveri in terapia intensiva e i decessi dovuti a Covid-19”.

Primo punto: il premier Draghi lo sa che gli avvocati dello Stato ritengono “premature” le riaperture e i suoi “rischi calcolati”? Secondo: non è ben chiaro di quali “analisi dei modelli” parlino i tre legali. Perché qui si prevede di “rafforzare” le chiusure in barba alla promessa che coi vaccini ci saremmo messi alle spalle la pandemia. Ieri il ministro Speranza lo ha ribadito: a chi gli chiedeva se, con le nuove mutazioni e il rialzo dell’Rt si rischiano nuove restrizioni, ha detto che “la vera arma per chiudere questa stagione è la campagna di vaccinazione”. Pfizer, Moderna, Astrazeneca: avanti tutta. Già, peccato che la memoria difensiva sostenga il contrario. Ovvero che sebbene “la vaccinazione mitigherà l’effetto delle varianti”, l’allentamento “prematuro delle misure” potrebbe comunque portare ad un incremento della mortalità e dei ricoveri in terapia intensiva. Che poi è quello che stanno gufando da qualche giorno i televirologi star tipo Crisanti e Galli con le loro fosche profezie sulle conseguenze dei festeggiamenti per la Nazionale e la “lunga” convivenza col virus.

Inoltre, scrivono i legali del governo, se “nei prossimi mesi” non continueranno e non verranno “rafforzati” gli “interventi non farmaceutici”, vaccini o meno, il pericolo resta un aumento significativo non tanto dei casi (ci può stare) ma anche dei decessi (e questo sarebbe ovviamente un problema). Un piccolo assaggio di queste previsioni si stanno avendo già in questi giorni, con alcune Regioni a rischio “zona gialla” a causa della crescita dei contagi dovuto alla variante Delta. Piccola postilla: per “interventi non farmaceutici” non si intende solo salutarsi con il gomito, l’Ecdc è chiara: nel calderone rientrano “ordini e raccomandazioni di stare a casa, restrizioni agli assembramenti pubblici e chiusure di spazi pubblici (es. negozi, luoghi di intrattenimento), chiusure dei trasporti pubblici e chiusure di istituti di istruzione”. In una parola: lockdown.

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