Campagna che quando partirà riceverà il pubblico sia nei luoghi preposti, ambulatori e ospedali, sia in speciali settori ricavati all’interno dei centri commerciali. La salute è importante, ma non meno dell’economia, e proprio per evitare la chiusura totale che è già apparsa all’orizzonte per il prossimo mese, il governo israeliano si è dato come obbiettivo quello di far superare alla nazione l’onda Omicron mantenendo il più possibile il funzionamento dell’economia. A questo proposito è stato approvato, ma ancora non è entrato in vigore perché si attendono i dati del contagio mensile, l’introduzione di un rigoroso schema, denominato “Nastro viola”, nei centri commerciali.
Oltre al controllo del green pass per tutti i negozi di oltre 100 mq, questo schema di comportamento prevede lo scaglionamento degli acquirenti all’interno dei locali a non più di una persona ogni 15 mq. Mentre nei punti di ristoro si potrebbe arrivare anche a vietare i tavoli al chiuso anche se, in nessun caso, sarà proibita la vendita di cibo da asporto. Sono comunque già state approvate le restrizioni all’istruzione, con lezioni a distanza in luoghi in cui il tasso di vaccinazione è inferiore al 70%. Questo si applicherà immediatamente per le scuole medie e superiori, mentre per le elementari inizierà tra tre settimane.
La prima vittima israeliana della nuova variante Omicron era stata segnalata nella mattina del 23 dicembre, si trattava di un uomo anziano che anche se aveva ricevuto due dosi di vaccino soffriva di condizioni patologiche preesistenti. Questa segnalazione è stata poi rettificata dal Ministero della Salute israeliano che, dopo ulteriori esami, ha confermato che il paziente è morto a causa del ceppo Delta. Questo significa che a distanza di svariati giorni dall’arrivo di Omicron in Israele, e anche se si segnalano decine di positivi e diversi malati, fino ad ora la variante non ha causato vittime. Nonostante il pacchetto di restrizioni il Premier Bennett continua a dichiarare di essere contrario alle restrizioni sugli assembramenti perché il beneficio è molto piccolo e eventuali restrizioni aumenterebbero il divario tra i vaccinati e i non vaccinati e potrebbero acuire il malessere sociale.
Michael Sfaradi, 26 dicembre 2021