Cronaca

“Credo che li troveranno aperti”. La rivelazione bomba sul Bayesian

A Quarta Repubblica l’intervista del legale dei marinai del veliero di Porticello: come è potuta affondare una nave di quel tipo?

Le domande a cui rispondere sono tante. Infinite. Troppe. Come ha fatto una nave così grande, così ben costruita e carica di strumentazioni fantascientifiche affondare in soli 16 minuti? Perché il razzo di segnalazione ha illuminato la notte solo alle 4.38, mezz’ora dopo che la nave era ormai sotto l’acqua? E come è possibile che il Bayesian sia colato a picco portandosi sette vite sul fondo del mare mentre un’imbarcazione ben più datata, e meno attrezzata, come il Sir Robert Baden Powell, è riuscita a sconfiggere la burrasca?

La procura di Termini Imerese non fa trapelare molto. Si è trincerata, giustamente, dietro la segretezza delle indagini. Ad oggi si sa che il comandante, James Cutfield, è indagato insieme a due marinari, l’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton e il marinaio Matthew Griffithe. Tutti hanno ormai lasciato l’Italia a bordo di jet privati. Ieri intanto si sono svolti i primi esami autoptici e le tac sui corpi dell’avvocato Chris Morvillo e della moglie Neda. Non essendo stati trovati traumi, si ritiene che la morte sia sopraggiunta a causa dell’annegamento.

Già: ma per colpa di chi? Partiamo da un presupposto: quella sera, l’ha confermato la Guardia Costiera, nessuna allerta “burrasca” era stata diramata. Solo il rischio di un temporale. Certo è che i marinai siciliani non sono usciti in mare visto che il cielo era minaccioso, dunque la domanda sorge spontanea: l’equipaggio si era preparato ad un possibile disastro? E perché nessuno di loro indossava il salvagente?

Molte delle ipotesi sulla causa dell’affondamento ruotano attorno al portellone. Era stato chiuso? Era aperto? La nave si è inabissata di poppa. Ma come spiegano i tecnici che costruiscono gli yacht, le imbarcazioni sono costruite a compartimenti stagni. Per far colare a picco la nave non basta che uno di questi si riempia d’acqua, ne servono almeno due. Erano dunque aperte anche le porte a tenuta stagna tra i vari blocchi? Ai microfoni di Quarta Repubblica, uno dei legali dei marinai conferma quello che molti ipotizzano: “Credo che [i portelloni] verranno trovati aperti e poi si capirà se era giusto o sbagliato trovarli aperti”, ha spiegato. “Non c’era l’idea che potesse succedere questa cosa, non è che si siano messi in salvo loro disinteressandosi degli altri che erano nelle cabine. Si sono trovati in acqua quando meno se lo aspettavano, poi hanno raggiunto l’unico auto-gonfiabile che si è gonfiato”.