Esteri

La guerra in Ucraina

Crimea, distrutto il ponte con la Russia: la rivendicazione

Attacco dei servizi segreti ucraini al ponte russo, il più lungo d’Europa

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Le luci principali del conflitto tornano a spostarsi in Crimea. Poche ore fa, infatti, un serbatoio di stoccaggio pieno di carburante ha preso fuoco lungo il ponte di Kerch, che collega la penisola con il territorio russo. L’infrastruttura è tra le più cruciali per Mosca, essendo la principale fonte di comunicazione, economica e militare, che portava il Cremlino ad affacciarsi direttamente su suolo ucraino, senza confini marittimi.

Il ponte è stato inaugurato nel 2018 ed è il più lungo del continente europeo, con ben 18,1 chilometri. Le cause dell’incidente, secondo le prime indiscrezioni dell’agenzia antiterrorismo della Russia, sarebbero dovute all’improvvisa esplosione di un camion, ma non uno qualsiasi: un autocarro-bomba, nel corso di un’operazione speciale dei servizi segreti ucraini Sbu. Pochi minuti fa, è arrivata anche la conferma da Kiev: “A far saltare il ponte è stata un’operazione speciale dello Sbu”, hanno riportato le forze dell’ordine.

L’attacco è affiancato da una serie di sabotaggi alle linee di comunicazione della centrale nucleare di Dniprovska, a Zaporizhzhia, che è rimasta senza elettricità. La centrale stessa è stata anche colpita nel corso di un bombardamento, danneggiando la linea elettrica che serviva il reattore 6, costringendo l’unità a fare affidamento ai generatori diesel di emergenza.

Ma quali potrebbero essere le conseguenze dell’esplosione, sia dal lato ucraino, che da quello russo? I vantaggi, ancora una volta, sono tutti dalla parte di Kiev. Quest’ultima, infatti, è riuscita a bloccare il principale sbocco russo per le proprie forniture militari, alimentari, scambi commerciali e di carburante. Come sempre ripetuto dal presidente Zelensky, la guerra non giungerà al termine, fino a quando la resistenza non avrà riconquistato tutti i territori persi, compresa la Crimea.

In quest’ottica, l’isolamento della penisola potrebbe agire come un passo decisivo della guerra, permettendo agli ucraini di lanciare una futura offensiva, così come sta avvenendo nel Donbass, ma con un vantaggio da non sottovalutare. Quest’ultimo, infatti, confina direttamente con la Russia; mentre la Crimea, in questo momento, rimarrebbe priva di aiuto diretto. La stessa circolazione di veicoli è stata sospesa e, fino a quando il ponte non sarà ripristinato, l’unico mezzo utilizzabile per attraversare lo stretto di Kerch sarà il traghetto.

Tanto per comprendere la funzione strategica di questo ponte; durante la Seconda Guerra Mondiale, furono gli stessi nazisti a delinearne una prima costruzione, proprio con l’obiettivo di invadere la Russia. Il progetto frantumò a causa della resistenza dell’Armata Rossa, che costrinse le truppe di Hitler a ritirarsi progressivamente.

Insomma, il fatto di questa mattina potrebbe essere tra quelli in grado di svoltare definitivamente l’esito del conflitto. Kiev ha già esultato e rivendicato l’attacco: “Questo è solo l’inizio”. Lo stesso Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Zelensky, ha ribadito come “tutto ciò che è illegale deve essere distrutto; tutto ciò che è stato rubato deve essere restituito all’Ucraina; tutto ciò che appartiene all’occupazione russa deve essere espulso”. Nel frattempo, Mosca ha già annunciato la morte di tre persone a causa dell’incendio.

Matteo Milanesi, 8 ottobre 2022