Proseguono i disagi negli aeroporti di tutta Europa. A partire dall’inizio dell’estate, sono sempre di più i voli cancellati per mancanza di personale o per gli scioperi indetti dai lavoratori del settore. Alcune sigle sindacali hanno già comunicato una nuova protesta per il prossimo 17 luglio, rischiando di estendere questa situazione esplosiva a tutto il corso della stagione.
Caos sugli aerei d’Europa
Guardando il nostro Paese, almeno settemila voli sono stati cancellati, oltre a terminal totalmente affollati a Fiumicino. La situazione italiana è critica, ma non quanto quella del resto dell’Unione Europea: sono soprattutto le compagnie aeree tedesche a soffrire i più grandi disagi. Lufthansa, in particolare, ha già annunciato la cancellazione di 2200 voli, oltre ad aver ridotto del 5 per cento i viaggi estivi previsti per il fine settimana, con il taglio di quasi mille collegamenti.
Le criticità non migliorano neanche negli altri Stati del continente. L’Autorità per l’aviazione civile del Regno Unito, per esempio, ha imposto la riduzione di oltre diecimila unità di passeggeri che transitano negli aeroporti londinesi; oppure, a Parigi, un volo su cinque è stato annullato a causa degli scioperi dei lavoratori.
I disagi nascono dalla ripresa delle attività, soprattutto a partire dal termine delle restrizioni pandemiche. Dopo due anni consecutivi di stop, le compagnie non riescono a stare al passo con le domande dei viaggiatori, provenienti da tutta Europa, oltre a dover far fronte ad una grave crisi economica che ha colpito l’intero settore. I lavoratori, infatti, contestano una retribuzione inferiore ai minimi stabiliti dalla legge e dai contratti collettivi nazionali, causa principale, almeno secondo i sindacati, della mancanza di manodopera nel settore.
Le cause del disagio
Insomma, il mix di chiusure anti-Covid e la costante diminuzione degli operatori, proprio per far fronte a costi esorbitanti, hanno creato un’autentica bomba nei cieli europei, tant’è che pure gli Stati Uniti hanno risentito del fenomeno. Negli Usa, infatti, sono stati sospesi o ritardati 3.700 collegamenti, causa mancanza personale, e che rischiano seriamente di mettere in dubbio i festeggiamenti per il 4 luglio, giorno dell’indipendenza americana.
Nel frattempo, spostandoci sul campo delle low cost, gli equipaggi della Ryanair hanno indetto un nuovo sciopero di addirittura dodici giorni, per reclamare migliori condizioni retributive, oltre alla riduzione di estenuanti orari di lavoro giornalieri.
Questi disagi si affiancano al continuo aumento dei prezzi in Occidente: un volo internazionale coserà il 124 per cento in più rispetto all’anno scorso. Tra le cause principali, oltre alla guerra economica in atto con la Russia, c’è sicuramente il vertiginoso incremento dell’inflazione, la quale ha superato la soglia dell’otto per cento. Mai così alta dal 1986.
Matteo Milanesi, 3 luglio 2022