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Crisi di governo: i fan di Conte dalla forca a Mastella

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Alla fine la crisi è arrivata, ma non si può dire che la partita fra Renzi e Conte sia terminata. Il premier per caso, o per caos fate voi, pur non avendo un voto uno e pur stando un po’ sugli zebedei a tutti, non è uno che lo disarcioni facilmente.

E lo si è visto proprio nell’agosto del 2019 quando nel giro di qualche ora, o al massimo giorno, si ritrovò dall’una all’altra parte della barricata. E soprattutto, per dirla con Hegel, da servo che era di due padroni si fece lui il padrone di tutti fra il plauso dei compagni e quello dei giustizialisti. Di questi ultimi, in verità, il già “avvocato del popolo” è stato sempre un pupillo, a cominciare da quell’Alfonso Bonafede già dj Fofò da Mazara del Vallo che lo aveva cooptato facendolo uscire dalle tetre mura accademiche (o degli studi giuridici) finalmente “a riveder le stelle” (cinque per la precisione).

Ma non finisce qui. Il fatto è che, dove c’è giustizialismo, lì c’è Travaglio. E infatti al nostro premier serviva un giornale, anzi un’“agenzia Stefani” per dirla con Nicola Porro. Così come a Travaglio serviva un personaggio da adulare aciticamente dopo che Di Pietro non era da un bel po’ più buono all’uso. E poi, vuoi mettere la grossolanità da contadino furbo dell’ex magistrato con l’affettata e perfettina figura del nuovo premier? Ora, a questa che già di per sé era un improbabile compagnia, si è poi aggiunto niente meno che il re del Grande Fratello e degli scazzi televisivi, quel Rocco Casalino che, in pochi mesi, ha messo sotto lo schiaffo mezza stampa d’Italia a cui, con promesse o minacce, ha venduto veline preconfezionate a buon mercato.

E in tutto questo i grillini, che dovevano rivoltare il Parlamento come un calzino e fare dell’Italia un paradiso senza Casta, anche loro, da consumati attori, hanno rapidamente cambiato abito di scena: assaporato il bello dell’essere Casta, son finiti per crearne una nuova a cui tutto sta bene pur di rimanere incollata alla poltrona. Ma la vera nemesi, il colpo di scena, l’eterogenesi dei fini, l’agnizione finale, si è avuta proprio in queste ultime ore quando i novelli democristiani e i fustigatori travagliati del Fatto Quotidiano hanno dovuto provare a stringer patto proprio con il più democristiano di tutti, l’idealtipo della democristianità, Clemente Mastella da Ceppaloni per interposta consorte Lady Lonardo. La quale ultima, con fulminea rapidità, ha creato un gruppo parlamentare di scorta a grillini, contiani e travagliati e lo ho chiamato: “Insieme Con Te”. Da far invidia a Casalino, sia il gioco di parole (Con te=Conte) sia il manifestato amore immenso con voglia irrefrenabile di stare “insieme”.

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