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Crisi di governo

Crisi di governo, siamo al “game over”: il centrodestra detta due condizioni

La mossa a sorpresa della Lega e di Forza Italia rilancia il cerino in mano a Mario Draghi: “Ora deve scegliere lui”

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Ci siamo. Se non è il “game over”, poco ci manca. Di sicuro siamo al redde rationem, al momento decisivo in cui capire il futuro del governo Draghi. Se fino a ieri tutti gli occhi erano rivolti verso il Movimento Cinque Stelle, reo di aver aperto la crisi di governo e aver spinto Draghi alle dimissioni, ora tutti gli sguardi puntano verso il centrodestra. Il quale ha reagito compatto, mettendo nell’angolo Supermario.

Il discorso del premier infatti è stato molto duro. Ma non solo contro i grillini, come atteso. Molti passaggi sono stati registrati con note di fastidio anche dalla Lega e da parte del centrodestra, pure in Forza Italia. Dopo le comunicazioni del premier, il centrodestra si è visto a Villa Grande per decidere come muoversi. E intorno alle 14 è cambiato quasi tutto.

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A comunicare le scelte del centrodestra è stato Massimiliano Romeo, capogruppo a Palazzo Madama del Carroccio. Discorso più chiaro non poteva esserci. Per la Lega infatti Draghi deve “prendere atto che è nata una nuova maggioranza” il 14 luglio, quando il M5S non ha votato la fiducia al dl Aiuti. Per ricostruire il “nuovo patto”, come chiesto dal premier, serve insomma “una nuova maggioranza e un nuovo governo“. Romeo ha dettato le condizioni e fornito a Draghi due possibili scelte:

1. prendere atto che il M5S “non fa più parte di questa maggioranza” e dunque con un nuovo governo e nuovi ministri, che riveda il Reddito di Cittadinanza e dia ascolto alle richieste del Carroccio su immigrazione e fisco. “Questo governo deve avere lei alla guida – ha detto Romeo – perché noi la stimiamo”.

2. la Lega suggerisce poi un’altra possibilità: che Draghi vada al Colle, rassegni di nuovo le dimissioni e apra uno scenario alla “Ciampi”. Ovvero sciogliere le camere e permettere a Draghi di restare a Palazzo Chigi con quei “pieni poteri” (fracciatina al premier) utili a realizzare il completamento del Pnrr, mettere a posto il bilancio e portare il Paese alle elezioni in sicurezza.

A cristallizzare questa decisione è poi arrivata una risoluzione, firmata da Roberto Calderoli, che stasera potrebbe essere votata. Il testo sottolinea il “sostegno ad una azione di governo profondamente rinnovato sia per scelte politiche che nella composizione”. La richiesta è quella che “nella compagine governativa siano comprese esclusivamente” le forze politiche “espressione dei partiti che hanno votato a favore della fiducia nella seduta del senato del 14 luglio”.

A smentire chi poteva immaginare che la mossa della Lega non fosse condivisa da Forza Italia, è arrivata la nota del centrodestra compatto. “Come ha correttamente sottolineato il presidente Mario Draghi nel corso del suo intervento – si legge – la decisione del Movimento 5 stelle ha rotto il ‘patto di fiducia’ che era alla base del governo di unità nazionale, che pure ha affrontato gravi emergenze e avviato un lavoro prezioso sul Pnrr. Il centrodestra di governo è disponibile a un ‘nuovo patto’ di governo e continuerà a dare il suo contributo per risolvere i problemi dell’Italia soltanto con un nuovo governo, guidato ancora da Mario Draghi, senza il Movimento 5 Stelle e profondamente rinnovato”.

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