Rassegna Stampa del Cameo

Crisi Ferrari: e se il colpevole fosse Marchionne?

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1 “Crisi Ferrari: e se il colpevole fosse Marchionne?” Su nessun giornale è comparso un titolo simile. Allora me lo sono inventato io che poco so di F1 ma abbastanza di processi di management e di profili di leadership. Il modello di sviluppo dei prodotti estremi, come le auto di F1, hanno una caratteristica: lo sviluppo è un processo continuo di studio, di innovazione e di execution mentre parallelamente deve evolvere la curva di apprendimento del team. Insomma performance e affidabilità devono procedere di pari passo, attraverso consolidamenti successivi.

Supponiamo che Marchionne, seguendo la sua natura di giocatore di scopone (la esercitava a Torino con il Sindaco del tempo), abbia ecceduto nella motivazione del team (tipo Miha prima di Juve-Toro) e ipotizziamo che nessuno nel team Ferrari e nel Board abbia la personalità per fargli notare che in questo modo sarebbero andati a sbattere.

Sarà andata così? O vale la grandiosa battuta di Biscardi davanti al magistrato che lo giudicava per la diffamazione verso l’Associazione Arbitri “Signor Giudice ma di cosa si offendono? Lo sanno tutti che le cose che diciamo al Processo non sono credibili”.

2 “Servizi che non servono più”. La Polonia una decina di anni fa era il paradiso degli “shared-services centers”, strutture che eseguivano banali operazioni amministrative per conto di grandi multinazionali europee (le sole Ubs e Credit Suisse hanno colà 8.000 addetti). Il successo della Polonia erano l’alta scolarità degli addetti, salari bassi, situazione politica tranquilla: insomma usavano lavoro pregiato per attività idiote a prezzi ridicoli. Aumentati i salari dell’8% il “giochino” sta saltando.

L’aspetto più divertente è che i Ceo delle multinazionali si lamentano perché questi addetti-schiavi hanno uno scarsissimo attaccamento al lavoro. Per entusiasmarsi di lavori idioti occorre essere più idioti del lavoro stesso.

3 “Super batterio terrorizza gli scienziati” e “Otto milioni di italiani sempre più depressi”. Sulla medesima pagina dello stesso quotidiano due articoli che si integrano. All’orizzonte una doppia minaccia:

a) vivremo più a lungo ma saremo sempre più depressi

b) un batterio con gene battezzato Mcr-1 ha abbattuto l’ultima resistenza della Colistina, l’unico antibiotico attivo che avevamo ancora a disposizione per curarci, ora siamo nudi.

Secondo molti scienziati la medicina sta regredendo, tornando ai primi anni del Novecento (a prima del 1928, poi Fleming scoprì la penicillina), quando si moriva per l’influenza o per una leggera ferita infetta. Ci dicono che il fiume Gange è così inquinato di antibiotici da essere diventato una “zuppa primordiale di superbatteri”.

Delle due l’una: o sono dati veri ( e sarebbe un dramma) o sono dati falsi. La storia mi fa propendere per la seconda, gli scienziati occidentali sono sempre alla disperata ricerca di finanziamenti che permetta loro di vivere alla grande, spacciandosi per ricercatori: peccato che non trovino mai nulla, per cui il loro destino è segnato. Scienziati sì ma cacciaballe.

4 “In Svizzera, ragazzi educati a suon di botte”. L’Alta scuola zurighese di scienze applicate ha pubblicato uno studio che precisa come il 20% dei ragazzi sotto i 17 anni vengano picchiati (sberle, pugni, calci, percosse con oggetti contundenti) dai genitori.

Gli svizzeri “picchiatori” rappresentano appena il 10% mentre il rimanente 90% sono genitori immigrati, proveniente da Portogallo, Kossovo, Macedonia, Serbia. Tra le persone che godono dell’assegno di disoccupazione l’incidenza è doppia (in Svizzera il tasso di disoccupazione è fisso da anni al 3%).

Riccardo Ruggeri, 10 ottobre 2017