Esteri

Crisi Ucraina, ecco come la pensa la Cina - Seconda parte

Dietro l’attacco della Russia si nasconde lo spettro di Pechino, che sta giocando una partita parallela

L’Europa vista come suddita

Così la critica di Kapunan si può leggere, maliziosamente, come un messaggio non solo rivolto a Washington, ma indirettamente anche a Bruxelles. A cui questo inciso arriva come un pugno (seppur col guanto) in pieno volto: “Mantenere la Nato è diventato un trucco efficace per controllare saldamente l’Europa. Come potenza dominante, gli Usa sono in grado di operare liberamente nell’Unione europea, usando la leva dell’alleanza per esigere vantaggi economici nelle sue relazioni commerciali col vecchio continente. L’Europa è diventata la discarica dei costosi e sofisticati armamenti americani, mentre Washington chiede anche una contribuzione ai membri della Nato che è l’equivalente del 2% del loro Pil”. Da questo breve passaggio, si può intuire come sia caduta in basso la considerazione della Comunità europea agli occhi del gigante asiatico. O, almeno, della sua stampa.

Ma cosa rende così stretta, a parte i comuni interessi geopolitici, l’alleanza russo-cinese? “La richiesta della Russia alla Nato di fermare la sua avanzata all’Est genera consenso in Cina. Questo perché Beijing può vedere che alla base della richiesta di Mosca c’è la pacifica liberazione economica dell’Europa. Attualmente gli Usa stanno ingiustamente vessando la Russia, adescando nazioni che erano precedenti repubbliche sovietiche per entrare nella Nato. Una mossa che la Russia coglie chiaramente come un’immediata minaccia alla sua sicurezza. L’avanzata ad est della Nato verso il confine russo mina le basi della denuncia americana secondo cui la Russia si preparava a invadere l’Ucraina. Nessun Paese può essere accusato di proteggere i suoi confini per sventare un’intrusione. Questo fu lo stesso argomento dietro la richiesta americana di rimuovere la base navale sovietica da Cuba nel 1962”.

E con questo parallelismo storico, si chiude l’analisi. Che non può che riportare al presente: “L’avvento dei missili ipersonici significa che questi possono colpire Mosca in un arco tra 5 e 7 minuti, da qui l’ansia espressa dal presidente russo Vladimir Putin. Le basi Nato in Polonia, Lituania e Romania rappresentano un chiaro e attuale pericolo per la Russia”.

Insomma, se per il presidente americano Joe Biden e per i capi di Stato europei il presidente della Federazione Russa è ridotto alla definizione di “killer” o di un povero pazzo uscito di senno, per il resto del mondo, meno Natocentrico, lo “zar” Putin rappresenta un leader “più realista del re”. Anzi, dell’imperatore Usa. E, per la stampa asiatica, persino un salvatore dell’indipendenza europea. Persa, dal Vecchio Continente, lungo la strada in cui ha smarrito la sua – un tempo riconosciuta –  primazia.

Beatrice Nencha, 3 marzo 2022

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