Esteri

Crisi Ucraina, venti di guerra: Biden e Putin si parlano ma non risolvono

Sabato di tensione sul fronte ucraino. Mosca muove la flotta. L’Ue evacua le ambasciate. Telefonata senza esiti tra Russia e Usa

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Vuoi vedere che Joe Biden, il presidente Usa che ha chiuso la guerra in Afghanistan, finirà col ritrovarsi un conflitto nel cuore dell’Europa? Sembra un paradosso, eppure questo sabato di tensioni verrà ricordato nei libri di storia come il giorno in cui ci si è avvicinati a piccoli passi verso un conflitto tra Russia e Nato sulla pelle dell’Ucraina. Si arriverà allo scontro? Il ministro degli Esteri russo, Serghej Lavrov, assicura di no. O almeno così ha spiegato al telefono al suo omologo Usa, Antony Blinken. La via diplomatica resta aperta. Ma quando i grandi Paesi iniziano a ritirare i funzionari dalle ambasciate, quando navi russe e sottomarini Usa iniziano a sfiorarsi, quando le forze in campo muovono carri armati al confine, beh: nulla si può davvero escludere.

L’esercitazione russa

A infuocare una situazione già di per sé instabile ormai da diverse settimane è stato l’avvio, stamattina, di un’esercitazione della flotta russa nel Mar Nero per simulare la difesa della Crimea. Trenta imbarcazioni da guerra, l’aviazione navale, gruppi offensivi e unità di sbarco hanno iniziato le operazioni che prevedono il lancio di missili, di artiglieria, oltre che l’esecuzione di attacchi missilistici e bombe su bersagli marittimi, costieri e aerei. Un movimento di truppe marittime, tra fregate, corvette, navi missilistiche, da sbarco e cacciatorpedinieri, con pochi precedenti a memoria di cronaca.

Perché la crisi Ucraina

Si tratta di una dimostrazione di forza, ovviamente. Che ha incrinato una situazione incancrenita da tempo. Non bisogna considerare solo la rivoluzione ucraina del 2014, l’annessione della Crimea da parte di Mosca e la massiccia presenza di militari russi al confine dell’Ucraina. Il nocciolo della questione riguarda anche il gas, e non a caso sia l’Italia che Berlino, che di quelle risorse non possono fare a meno, sono in prima linea per cercare di raffreddare gli animi. Ma nel calderone esplosivo vanno inseriti pure i rapporti internazionali tra grandi potenze: Putin, che si è avvicinato sempre più alla Cina di Xi Jinping, chiede che la Nato non permetta a Kiev di far parte dell’Alleanza Atlantica. Una “convenzione” non scritta, e mai riconosciuta da Washington, vorrebbe l’Ucraina come una sorta di Stato cuscinetto ai confini russi. Biden non ha ancora dato questa rassicurazione a Putin.

“Lasciate Kiev appena possibile”

Da settimane si rincorrono notizie, diffuse dalle intelligence occidentali, di un fantomatico piano russo per l’invasione dell’Ucraina. Forse potrebbe partire già mercoledì, forse no. Ma certo secondo gli analisti militari ora Mosca ha accumulato sufficienti risorse militari al confine per un’operazione lampo. Notizie considerate “allarmistiche” e “di propaganda” dalla Russia, che per ora nega ogni volontà bellica (“Non ci sarà un’invasione”, ha fatto sapere Lavrov a Blinken). Intanto Kiev si prepara alla guerra, pur consapevole che senza l’intervento della Nato – non così scontato – non reggerebbe certo l’urto di quella che fu l’Armata Rossa. Non a caso il ministro degli Esteri ucraino suggerisce a tutti, Stati Uniti compresi, di “evitare azioni destabilizzanti e che seminano panico”. Invito alla calma che però per ora le Capitali occidentali non sembrano aver accettato di buon grado: gran parte degli Stati membri dell’Ue nelle prossime ore inviterà i connazionali presenti nel Paese a lasciare l’Ucraina; la compagnia di bandiera olandese ha cancellato tutti i voli da e per Kiev; mentre dalle ambasciate, compresa quella italiana, verrà evacuato gran parte del personale non essenziale.

Anche la Russia, per timore di ritorsioni o provocazioni, ha deciso di ritirare il proprio personale diplomatico presente in Ucraina. “L’isteria della Casa Bianca parla chiaro – ha detto la portavoce della diplomazia russa Maria Zakharova –: gli anglosassoni hanno bisogno di una guerra. Ad ogni costo. Provocazioni, disinformazione e minacce sono il metodo preferito per risolvere i propri problemi”.

La telefonata Biden-Putin

In fondo se oggi un sottomarino americano è stato intercettato nelle acque territoriali russe nell’Oceano Pacifico e respinto dalla flotta moscovita, il rischio di un incidente è dietro l’angolo. Il presidente Biden e l’omologo Putin si sono sentiti oggi pomeriggio al telefono. Un lungo colloquio durato ben 62 minuti che però, per il momento, non cambia lo scenario. Sleepy Joe, secondo quanto trapela, avrebbe detto in modo “chiaro” allo Zar che se dovesse invadere l’Ucraina allora gli Usa risponderebbero in modo “deciso” e “rapido”. Si parla di “costi severi” per Mosca, e forse per lo stesso Putin, dunque in sostanza sanzioni economiche. Gli Usa si dicono impegnati nella soluzione diplomatica, come del resto anche l’Unione Europea e la Francia di Macron (che pure ha avuto un colloquio con Putin), ma chiedono alla Russia una “d-escalation”. Assicurazione che, al momento, non è ancora arrivata. Se la guerra non sembra più vicina, di certo non è stata ancora scongiurata.

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