Il dibattito

Critiche ingiuste: cosa ha fatto la destra per la scuola

La replica a Giancristiano Desiderio: il ministro Valditara ha assunto diverse iniziative, ingeneroso attaccarlo

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valditara scuola

Affermare, come fa Giancristiano Desiderio, che avere a viale Trastevere un ministro della scuola di centrodestra non abbia segnato nessuna discontinuità rispetto al passato è ingeneroso e, soprattutto, non corrisponde al vero. Lasciando stare l’aneddoto sulla scuola italiana che andrebbe chiusa, che va preso per quello che è, e cioè una boutade e una provocazione, la prima cosa che colpisce nell’articolo di Desiderio è la mancanza di attenzione per le tante iniziative assunte dal Ministro Valditara, in poco più di un anno, proprio per “ripensare la scuola italiana su nuove basi giuridico-istituzionali”, anzi oserei dire filosofiche, e per creare i presupposti di una scuola veramente “plurale”.

Credo che per capire la filosofia che ispira l’azione del ministro sia necessario far riferimento ad un concetto che egli ripete molto spesso: la necessità di personalizzare l’istruzione, di adattarla alle capacità e ai bisogni dei singoli, al di là di un malinteso egualitarismo che parifica e omogeneizza tutto. Da qui per esempio il ddl, approvato in Consiglio dei ministri, che riforma la filiera formativa tecnico-professionale, tesa a rilanciare proprio quegli istituti tecnici e professionali che l’articolo ritiene “abbandonati” a sé stessi. L’idea è quella di legare una parte consistente dell’istruzione, in maniera sempre più stretta, al mondo del lavoro. Obiettivi che vengono anche realizzati con l’introduzione, nell’ultimo triennio delle scuole secondarie di II grado, di un docente tutor e un docente orientatore.

Più volte il ministro Valditara, che sicuramente conosce non da oggi le opere di Giovanni Gentile, che fra l’altro apprezza come eminente studioso, ha detto di ispirarsi ad un modello antitetico di scuola: un modello che potremmo definire, senza troppe perifrasi, liberale e non organicistico, come è tutto sommato quello del filosofo di Castelvetrano. D’altronde, l’idea di persona è alla base di una parte non irrilevante della nostra Costituzione, che vide la convergenza su non pochi punti di liberali, laici e cattolici personalisti proprio in funzione individualistica e anticomunista.

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Quanto al concetto di Merito richiamato sin dall’intestazione del Ministero, e che tanti mal di pancia ha generato a sinistra, esso non è stato certo dimenticato. Basti pensare, per fare solo un esempio, alla rivalutazione del voto di condotta e alla introduzione dei lavori socialmente utili. Più in generale l’azione del Ministro è tesa a ripristinare la cultura del rispetto e ad affermare l’autorevolezza dei docenti, cioè proprio quei pilastri valoriali che lo pseudodemocraticismo affermatosi nella scuola nel “lungo Sessantotto” italiano ha eroso o annullato.

Se oggi, rispetto ai tempi di Gentile, manca il significativo apporto qualitativo dei docenti, come osserva Desiderio, ciò dipende anche dalla perdita del ruolo sociale degli insegnanti, che ha finito per demotivare i più bravi e per rendere poco allettante la professione. Oltre che a far scadere lo stesso livello dell’insegnamento. Valditara ha avuto ben presente questo fattore sin dal suo insediamento: la firma del contratto fermo da anni, con significativi aumenti di stipendio per i docenti; il divieto dell’uso improprio dei cellulari a scuola; l’assunzione da parte dello Stato delle spese legali dei docenti in caso di aggressione; la costruzione di un piano di welfare per tutti i lavoratori della scuola; la definizione di percorsi formativi iniziali di alto livello per i docenti; le linee guida molto innovative sull’insegnamento delle materie Stem sono solo alcune delle iniziative prese che vanno in questa direzione.

Quanto poi alle scuole paritarie, si può dire che nessun ministro abbia mai fatto tanto quanto Valditara per la loro equiparazione a quelle statali. La recente firma di un decreto che consente alla scuole private di partecipare alla ripartizione dei fondi Pnrr, ottenuto dopo una trattativa svolta con la commissione europea, ne è il risultato più palpabile. Si potrebbe continuare a lungo, ma credo non abbia senso in questo contesto, anche perché l’attività del Ministero è documentata ampiamente su Internet e altrove.

Quel che si vuol qui dire è che il governo di centrodestra non è stato con le mani in mano nemmeno in questo cruciale settore, anzi ha già fatto moltissimo. Certo, per agire in profondità non basta un anno di governo perché l’azione deve essere continuativa e capillare. L’orizzonte di una intera legislatura, che ha questo esecutivo, ci conforta però non poco. Così come ci conforta l’idea di avere a viale Trastevere un ministro determinato e con le idee chiare.

Corrado Ocone, 27 dicembre 2023

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