Politica

Crollo degli iscritti, il vaffa degli elettori al Pd

I Dem confermano il trend in discesa, dalle 850mila tessere del 2008 al rischio di non arrivare a quota 200mila

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La politica è il ramo spettacolare dell’industria e l’industria Pd rischia la liquidazione coatta. La Ong piddina sta sotto per mancanza di clienti: tesseramenti in crollo, dagli asseriti 850mila del 2008, bei tempi, un calo costante fino ai 320mila di due anni fa; adesso il pericolo è di non arrivare a contarne 200mila. Non è semplicemente un fatto di credenti, di quelli alla fine chi se ne frega, come per ogni chiesa quello che conta sono i soldi: e il tesseramento alla chiesa rossa è un affare mica da ridere. Esaminiamo un attimo cosa significa segnarsi con la bandiera degli amici di Cospito.

Pd, cassa a rischio

Una tessera ha un costo che va, a seconda di chi la fa, di dove la fa, di quali obiettivi si pone, dai 20 ai 40 euro, con punte di 500 per gli europarlamentari, tipo Panzeri, per dire, uno che aveva certe spese e quindi agiva di conseguenza. Fatti i conti della serva, balla qualcosa tra i tre e i quattro milioni di euro solo a centrare il minimo garantito dei 200mila fedeli. Chiaro che il partito ne faccia una priorità: ideale, morale, si capisce, “noi lottiamo ogni giorno per le vostre idee”, recita l’invito a tesserarsi sul sito, vagamente preoccupante perché di ostinata matrice sovietica.

Ma che volete? Le facce, le facce non invitano. I quattro del de profundis, più che dell’ave Maria, in lizza sono una più respingente dell’altra, di birignao fino alla nausea, di idee poche ma sciagurate, tipo abbracciare la causa del compagno Cospito, la spocchia sottovuoto ha rotto i coglioni anche al più ostinato militante della Festa de l’Unità, salsicce e falsità. Adesso ci si mette pure il figlio di un cognome, Gassmann, what else, a boicottare la Ditta che ha accolto a braccia aperte Giarrusso la Jena: non può esserci allarme più rosso di così. Sono soldi, cazzo, lo volete capire. Bisogna rendere il Pd sexy, desiderabile. Da cui l’opzione Ferragni, delirante segno dei tempi: chiamiamo lei, facciamo lei simbolo del partito, ha 28 milioni di follower, sai quante tessere. Il Pd è una robetta a sé stante, tutta implosa nei circoli europeisti, alienata nei propri casali biologici, cucce del cane come caveau, gente che sgranocchia locuste mentre sfreccia in monopattino arcobaleno col pannello solare sul manubrio. Non si trovano elementi del genere in natura, è tutta carne più sintetica di quella di Bill Gates.

Un partito che non fa niente per cambiare

E la gente normale, comune, banale, che suda, che prega, che smadonna, che esiste, che la sera stende le gambe e vorrebbe non trovarsi sempre ‘sti quattro cialtroni in mezzo, non ci si riconosce più. Non li riconosce più. Non li capisce. Non li decifra. Non si tessera. Soluzione 200mila, per non morire qui. Il guaio è che il Piddì non fa niente per cambiare attitudine, atteggiamento, attinenza. Resta partito vuoto, di stronzate dialettiche, resta il circolo degli eletti, ma sempre meno, che se la cantano e se la suonano tra loro; donna Giorgia è una ragazza fortunata, finora ha vissuto più sull’inesistenza di chi le si oppone che su meriti propri: un partito che fa sua la causa di un balordo stragista come Cospito, le palle te le mette tutte davanti alla porta senza portiere, dai: e solo le tafazzate alla Donzelli possono complicare una faccenda che pare benedetta dagli dei.

Il Pd abbraccia un terrorista, Cospito, abbraccia un opportunista, Giarrusso, abbraccia un fariseo, Zan, quello del famoso decreto che, evidentemente, prevedeva pure i trenini arcobaleno a sbafo, come ha fatto vedere Fuori dal coro, abbraccia le Madame fluidvax, abbraccia i virologi della buonamorte, abbraccia Sanremo del buon Zelensky, abbraccia Astrosamantha che sgranocchia locuste nello spazio, abbraccia la transizione green che ammazza i poveri, abbraccia il “riefficientamento energetico” che ammazza i proprietari di case & botteghe, dove c’è una causa sballata, improntata a stragismo suicida, il Pd apre le braccia: che vuoi più tesserare.

E non cambiano. Non possono cambiare. Garruli nelle scemenze, afasici di fronte alle contraddizioni: come si spiega che la trattativa coi mafiosi è maledetta, esecrabile, conferma di complicità, e coi terroristi (rossi) diventa auspicabile, necessaria, doverosa, responsabile? Come si concilia l’umanitarismo verso i migranti del mondo con la connivenza a suon di Ong con chi ne fa un traffico umano e poi li scarica a delinquere nella disperazione di metropoli indifferenti? Come si armonizza l’attenzione per i poveri cristi con la tracotanza modaiola dei mammasantissima del Nazareno e filiali distaccate? Come si mette insieme il rigore dei conti pubblici “che ci chiede l’Europa” con figurette disinvolte alla Soumahoro family o la commercialista di Panzeri, la misteriosa, oggi dolente Monica Bellini, una che faceva incetta di incarichi nazionali e sovranazionali ottenuti dalla Ditta? Come si amalgama il divieto di fumo anche all’aperto con l’auspicio al fumo di cannabis anche al chiuso? Come si sposa la tutela del corpo, fino a dargli il diritto di cambiare sesso a giorni alterni in tenera età, con il regime sanitario che per quasi tre anni ha imposto cure, anche rischiose, ha violato diritti, ha stritolato libertà, ha ricattato, ha impedito di lavorare, ha discriminato, ha fomentato, non ha mai recepito, non ha affatto rispettato chi non si adeguava allo stato autoritario di sinistra?

Entità avulsa

Su tutto questo, e su molto altro, non si è mai sentita una mezza parola di ripensamento dal Partito, di scuse, di messa in discussione: solo reazioni stizzite, sdegnate, spocchiose, anche verso i militanti, anche verso chi sgancia dalle 20 alle 40 euro per continuare a sostenere una entità sempre più avulsa, rappresentativa solo dei propri affari, peraltro non sempre di bucato. E sempre meno comprensibili: il Pd è quel partito che manda i suoi parlamentari in pellegrinaggio da uno che ha cercato di far fuori la sorella della candidata segretaria al partito. Allora anche il più fanatico sottocuoco della Festa dell’Unità finisce che si rompe i maroni, strappa la tessera e dice: andate a chiederla ai Ferragnez, alla Von Der Pfizer, a Cospito, a chi volete, ma non a me. E adieux, come dice miniGassmann.

Max Del Papa, 1° febbraio 2023