Zanzara tigre

“È lei che va in tv, non io”. Cruciani attacca la sorella di Giulia

Giulia Cecchettin, Elena e Giuseppe Cruciani

Nell’ultima puntata della Zanzara, Giuseppe Cruciani è intervenuto sulla tragedia di Giulia Cecchettin: “Allora ragazzi, ripetete con me: io non mi sento colpevole. La vicenda è tragica ovviamente, ma io non mi sento di colpevole di nulla.  Basta con questa storia che sento da due giorni secondo cui tutti gli uomini sono colpevoli dell’omicidio di una ragazza. Il colpevole non è né il patriarcato, né l’educazione sessuale che non c’è, né gli uomini in quanto tali: è un assassino che dovrebbe restare in galera, a mio parere, tutta la vita e che si chiama Turetta.”

Cruciani ha poi proseguito la sua invettiva contro le reazioni di alcuni settori dei media e dell’opinione pubblica: “Ma di che cosa parlate? L’educazione affettiva a scuola, ma chi la fa? Chi li nomina? Chi li mette in ruolo questi?”. Ha poi insistito sulla necessità di guardare ai dati, sottolineando come l’Italia sia tra gli ultimi paesi per numero di omicidi commessi da uomini nei confronti di partner o ex partner, e ha portato all’attenzione la liberazione di soggetti condannati per crimini analoghi: “Tu lo sai che c’è un tizio che ha ucciso con 43 coltellate la fidanzata nel 1996? Ed è già libero di fare quello che vuole.”

Cruciani ha poi commentato le dichiarazioni di Elena, la sorella di Giulia: “La sorella di Giulia, che molti di voi hanno sentito in questo giorni in televisione e dappertutto, non può essere attaccata ovviamente. Il mainstream dice che non si può accusare di nulla la sorella, ma siccome si espone e va in televisione ci permettiamo di dire qualche cosa. È lei che va in televisione ad esporre delle storie, non ci vado io. La polemica con Salvini è ridicola. Salvini, che è criticabile per altre 100.000 cose, aveva detto che (Turetta) ‘se colpevole merita il massimo della pena’. È ovvio che è una frase garantista messa così, non come hanno detto un tentativo di difesa per un assassino bianco e non nero. Per quel pregiudizio che abbiamo nei confronti di chi ha subito un lutto, noi non abbiamo il coraggio di attaccare. Però se una va in televisione più volte a parlare di Turetta come ‘figlio sano della società patriarcale’ e del fatto che tutti gli uomini sono colpevoli per la cultura dello stupro andrebbe attaccata per quello che dice”. “Una serie” di scemenze “simili io non le avevo mai sentite”.