Cruciani: “I magistrati sono il vero potere italiano. L’armocromia: ma che è?”

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Inchieste usate dalla politica come clava contro esponenti del governo, polemiche fondate su ipotesi accusatorie e annessi retroscena spiattellati sui giornali. Giuseppe Cruciani avverte uno strano sentore: “Aleggia lo spirito del ‘94”. Il popolare speaker radiofonico, acclamato protagonista alla Ripartenza 2023 di Bari, lo confida anche ai nostri microfoni, riferendosi non certo alla positiva ventata liberale portata dalla discesa in campo di Berlusconi, bensì a una certa tendenza giustizialista rintracciabile anche nelle cronache d’attualità.

A margine della scoppiettante Zanzara della Zuppa condotta assieme a Nicola Porro sul palco del teatro Petruzzelli di Bari, Cruciani si è soffermato proprio su questo aspetto. “Durerà pochi giorni, secondo me. Ma resistiamo nel garantismo totale. Sappiamo che spesso le inchieste sono finite nel nulla assoluto, quindi resistiamo sul fronte del garantismo e della libertà”, ha affermato il giornalista, riservando una sferzata delle sue all’atteggiamento di una certa magistratura e a quello di un certo giornalismo. “Spesso il potere dei magistrati è illimitato e soprattutto c’è questo rapporto strettissimo tra i giornali e le procure. Dunque le inchieste vengono spiattellate sui giornali nei dettagli. Vediamo ora questa riforma Nordio, ma è acqua fresca…”, ha osservato. E ancora: “La magistratura è forse il più importante potere italiano”. Punture di Zanzara alla Resistenza 2023 di Bari.

Sul palco del Petruzzelli, commentando i quotidiani, lo speaker radiofonico aveva citato in particolare i casi di La Russa, Santanchè e Delmastro, usati dai detrattori come argomento di contesa politica. Con la medesima schiettezza, Cruciani ha poi difeso Vittorio Sgarbi dalle polemiche che recentemente lo hanno colpito per alcune sue affermazioni forti pronunciate al Maxxi. Le indignatissime critiche al sottosegretario e critico d’arte? “Follia totale”, chiosa Cruciani, lapidario. E infine: “Vittorio usa termini popolari, colloquiali. Il Maxxi non è un’istituzione intoccabile, è un museo in cui avvengono anche cose rivoluzionarie, quindi si può usare un linguaggio un po’ boccaccesco come nel costume di Vittorio”. Non è mancata poi una battuta sull’armocromia, sempre nello stile zanzaresco.

Marco Leardi, 17 luglio 2023

Rivivi qui tutti gli interventi e le tavole rotonde alla Ripartenza 2023:

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