Dopo il crollo di LUNA delle ultime 48 ore, Terraform Labs ha scelto le 3 azioni da mettere in campo per tentare di salvare l’ecosistema Terra.
I 13 progetti costruiti sull’ecosistema Terra avevano accumulato all’inizio di gennaio 2022 un valore totale di risorse bloccate (TVL) nel protocollo di 20,7 miliardi di dollari, con un aumento del 64% nella settimana precedente.
Cos’è Terra? Cos’è Luna?
Terra è una blockchain basata su Cosmos per la creazione di stablecoin algoritmiche ancorate a varie valute legali, come il dollaro USA o l’euro ed è diventato il terzo protocollo DeFi più grande in termini di risorse bloccate (TVL) nel protocollo.
Se ti interessa sapere cos’è la DeFi e come funziona, ti suggeriamo di leggere l’articolo “Che cos’è la finanza decentralizzata (DeFi)? La guida completa“.
LUNA è una criptovaluta basata sulla blockchain Terra che serve ad assorbire la volatilità dei prezzi delle stablecoin: quando le stablecoin diminuiscono di valore, LUNA viene venduta/bruciata per stabilizzarne il prezzo.
Cos’è Terraform Labs?
Terraform Labs è una startup co-fondata da Daniel Shin e Do Kwon nel 2018 che ha sede a Seoul ed è leader nel settore della DeFi (acronimo che significa finanza decentralizza).
Terraform Labs ha investito oltre 500 milioni di dollari per acquistare Bitcoin, per rendere proprio Bitcoin una riserva a sostegno del proprio ecosistema stablecoin.
Cosa è successo a Luna?
Una delle ipotesi che si è diffusa su internet è che due tra le più grandi società di investimento al mondo avrebbero preso in prestito 100.000 Bitcoin dall’Exchange Gemini per poi scambiarne 25.000 in UST (ottenendoli per altro con uno sconto). Questo avrebbe ridotto notevolmente la liquidità di UST sul mercato.
A questo punto le due società di investimento avrebbero iniziato a vendere tutti i Bitcoin rimasti e tutti gli UST che avevano accumulato, scaricandoli sul mercato e provocando una cascata di vendite sia di Bitcoin che di UST a causa del panico venutosi a creare da parte degli altri investitori.
Il risultato è stato che questa vendita di massa ha portato a prelievi più grandi di quanti il protocollo potesse ripagare: si stima che oltre 1/3 della capitalizzazione della stablecoin sia stata prelevata.
L’Exchange Gemini, però, in un Tweet di è dichiarato estraneo a questa situazione, affermando di non aver mai erogato questo prestito di 100.000 BTC:
Ecco le soluzioni scelte da Terraform Labs
Do Kwon, uno dei due fondatori di Terraform Labs, è immediatamente sceso in campo con un tweet per rassicurare il mercato e gli investitori, annunciando che avrebbero preso delle contromisure, la più importante delle quali è quella di assorbire l’offerta di stablecoin che intende uscire dal mercato.
In primo luogo, Terraform Labs suggerisce di bruciare circa 1 miliardo di UST nel pool della Community, che è un fondo speciale designato per finanziare diversi progetti costruiti sulla blockchain Terra.
La seconda misura sarà riportare indietro 371 milioni di UST da Ethereum a Terra e bruciare anche quelli.
In totale, queste prime due misure di emergenza ridurrebbero la fornitura circolante di UST di poco più dell’11%.
La terza proposta sarebbe di mettere in staking altri 240 milioni di token LUNA per proteggere la rete dagli attacchi di governance.
A questo punto non resta che stare a vedere se queste misure riusciranno a salvare l’ancoraggio di UST o il prezzo di LUNA.