Alcune (Facili) riflessioni sul futuro prossimo venturo. Oggi è iniziata la scuola ovviamente con i famosi banchi a rotelle. Tra 2 mesi a novembre inizia la normale campagna influenzale. Per riferimento in Italia l’influenza anche con vaccinazione estesa colpisce 8 milioni di italiani l’anno cioè poco meno del 15% della popolazione. L’influenza provoca febbre quasi sempre. Chiunque ha bambini sa che spesso attacchi febbrili sono normali due, tre o anche più volte l’anno nei bambini. Per ogni bambino con la febbre è previsto un tampone. Per ogni caso Covid rilevato da tampone, tutta la classe o forse la scuola tampone. Facendo due calcoli siamo a un numero di tamponi esorbitante, ripetuti almeno dieci volte per ogni studente… seguendo la norma del Cts io arrivo a 500-700.000 tamponi al giorno perché in una scuola di 200 alunni almeno 2 o 3 bambini o ragazzi al mese avranno febbre e Covid e per ogni caso Covid sono almeno 100 tamponi da fare probabilmente.
L’incognita dei tamponi
E poi la classe del caso fa tamponi o tutta la scuola? Solo quelli con i banchi a rotelle o tutti? Che succede su un insegnante ha Covid? In sala professori ci vanno tutti gli insegnanti e d’inverno è chiusa. Abbiamo fatto i conti, simulando casi e numero di tamponi? Che succede se non ci sono capacità di fare tamponi in numero sufficiente? Estraiamo a sorte? Chiudiamo le scuole di nuovo? Il tutto senza decessi Covid? È lecito domandare quali sono i parametri e i calcoli? Invece dei banchi a rotelle non sarebbe utile simulare numero casi e capacità di reazione e la logica della norma? Ripeto non sono né virologo ne commissario straordinario, ma le moltipliche le so fare modestamente anche io.
Il sud
Se i calcoli di cui sopra sono veri, le grandi città del sud, Roma Napoli e le altre che non hanno di fatto avuto decessi se non in numero assai limitato e quindi sono lontanissime dall’immunità di gregge anche a % ridotte (da verificare), con l’autunno e l’inverno avranno realisticamente un forte aumento dei casi. Quanti casi ci aspettiamo a Napoli a novembre? Quanti ricoveri? Quante terapie intensive? Come si reagisce se i numeri sono diversi dalle aspettative? Cosa si fa? Richiudiamo tutto il Paese anche se al Nord il numero di ricoveri e terapie intensive fosse molto più limitato? Diciamo a Vincenzo De Luca che i campani non sono benvenuti in Lombardia a curasi? E nemmeno per turismo nel caso volessero visitare Milano? Io preferirei che a queste domande si rispondesse con numeri, proiezioni, dati e contingency plan non con parole vuote o magari un bel Dpcm che vieta gli spostamenti e affossa definitivamente il paese.
A marzo sono stati fatti errori di certo, ma non sapevamo nulla o quasi. La clinica e la terapia erano incerte, la concitazione assoluta, i morti erano terribili da guardare.
Sono passati 6 mesi. In tutto il mondo si è imparato moltissimo. Abbiamo una massa di dati, esperienza, risposte paese o regione da analizzare in dettaglio. Sarebbe totalmente inaccettabile poi nella conferenza stampa delle 21 dire “siamo stati travolti da questa disgrazia”. Non è vero. Saremmo nell’infausto caso travolti solo dalla nostra incompetenza, e dall’arroganza nel non volere utilizzare l’esperienza e anche il buon senso. Di certo non succederà perché il Cts veglia su di noi e saprà scegliere (in segreto e senza darci alcuna informazione) al meglio.
Il vaccino
Le migliori stime sull’efficacia dei vari vaccini parlano di una efficacia tra il 50% e il 70% e l’inizio della disponibilità forse a cavallo di fine anno. Il vaccino in alcuni dei prodotti in via di sviluppo prevede due dosi a distanza di 2 o 3 settimane. Quindi ci vorranno mesi e mesi per la campagna vaccinale e certamente l’inverno trascorrerà senza copertura di massa. In più lo scopo del vaccino efficace al 70% non è debellare il virus, ma ridurre fortemente la crescita esponenziale dell’infezione e quindi evitare il collasso del sistema sanitario. Detto in altre parole e crudamente il Covid sarà con noi per sempre realisticamente. Non esploderà sperabilmente mai più, non farà mia più 50 o 60 mila morti in Italia, ma sarà presente e qualcuno morirà di Covid, come di influenza, o di alcolismo o di droga o per incidenti stradali o di cancro al polmone per fumo.
La morte non sarà sconfitta dal lockdown o dalle mascherine e nemmeno dal vaccino purtroppo, ed è facile prevedere che il Covid sarà una delle cause di morte specie negli anziani per molto tempo.
Forse vale la pena di dirlo e di trarne le conseguenze ultime. A meno che qualche virologo si senta di affermare che dopo il vaccino il Covid de facto sparirà dopo avere realisticamente contagiato svariate centinaia di milioni di persone in tutti gli angoli del globo, in un contesto di viaggi e mobilità delle persone enormemente più elevato di ogni epoca storica precedente. Io non lo credo per nulla ma sarei felice se invece il Covid sparisse e se qualcuno più esperto di me si prende la responsabilità di affermarlo, sostenerlo è prendere misure coerenti con le proprie affermazioni, in tal caso uccidiamo per sempre il Covid costi quel che costi (quanto per inciso?) .
Se all’opposto per caso io fossi nel giusto e il Covid restasse con noi 10 anni, con percentuali di infezione decrescente, con ricoveri e decessi sotto controllo come ogni altra ahimè a volte mortale malattia umana, si può iniziare a parlare del rapporto costi/benefici del controllo del Covid e ragionarci sopra con alcuni numeri? Ipotizziamo che in un anno standard (il 2021 o 2022) post vaccino ci siano nonostante tutto 10 molti al giorno per Covid come in Italia negli ultimi 4 mesi. Sono gli stessi decessi annuali che avvengono per incidenti stradali. Il controllo del Covid (non quest’anno ma dopo il vaccino) è paragonabile a un limite di velocità assoluto a 30 km/h che probabilmente ridurrebbe pressoché a zero i morti per incidente stradale. lo stesso per quanto riguarda il divieto di fumare (cancro ai polmoni) o di bere alcolici di ogni tipo e natura (cirrosi epatica).
La domanda è per quale motivo ogni giorno i media ci dicono quanto sono i morti Covid, stiamo pensando di devastare l’anno scolastico di 8 milioni di studenti con continue interruzioni e stiamo sconvolgendo il nostro modello sociale, ma invece accettiamo tutti i morti di cui sopra per alcool fumo o strada senza battere ciglio?
Io non sono negazionista. Il Covid esiste, si trasmette con estrema facilità, e provoca ahimé alcuni decessi, per fortuna molti meno perché stiamo imparando a gestirlo. Però faccio calcoli e confronti e questi conti evidenziano una assoluta sproporzione tra costi per il controllo o riduzione dei decessi Covid rispetto a quanto in essere per altre cause di malattia o morte. Sarei interessato a qualche scienziato che pubblicasse studi in tal senso perché la mia sensazione molto epidermica e poco scientifica ma basata su quelli che io definisco “conti della serva”, è che ci sia una sperequazione fantasmagorica frutto della risposta a un problema che non sapevamo gestire 6 mesi fa. Forse sbaglio e i miei conti approssimati sono sbagliati, ma visto che ad esempio ci giochiamo l’educazione, lo spirito e la crescita dei nostri figli a scuola, io penso valga la pena di fare qualche attenta riflessione, possibilmente prima e non dopo avere deciso che i compagni di scuola non sono classificabili come “congiunti” o altre trovate estemporanee.
Questo senza nominare troppo forte i 300 miliardi di debiti che lasciamo ai nostri figli da pagare per non essere accusato di essere un bieco liberista, anche se i debiti sono lì e qualcuno, liberista o no, dovrà pagare tasse per restituirli a chi ce li ha dati. E quel qualcuno non è lo Stato perché lo stato i debiti li fa, mentre sono i privati a pagarli, spesso e volentieri quelli più liberisti peraltro.
Giovanni Cagnoli, 14 settembre 2020