Lula: “Juan Guaidó non è più niente in Venezuela” e difende Maduro
Ieri Lula da Silva ha attaccato il leader venezuelano Juan Guaidó, che il governo di Jair Bolsonaro riconosce come “presidente legittimo” di quel paese , dicendo che “non è più niente” in Venezuela. “È incredibile che l’ambasciatore in Brasile sia quello designato da Guaidó, María Teresa Belandria, che non rappresenta più niente in Venezuela”, ha detto Lula in una conferenza. stampa in un hotel di Rio de Janeiro. Lula ha anche affermato che il suo avversario ha un “comportamento da pederasta” dopo un polemico video del presidente su un incontro nell’aprile del 2020 con alcune ragazzine venezuelane.
Sempre ieri Lula ha denunciato che Bolsonaro si sarebbe servito di Belandria per “cercare di convincere” alcune delle minorenni venezuelane al centro della polemica affinché “parlassero con Bolsonaro per difenderlo”. Dal canto suo Lula ieri ha lanciato un’altra propaganda elettorale dicendo che Bolsonaro difende “i dittatori pedofili”, riferendosi a Stroessner, dittatore del Paraguay fino al febbraio 1989. Nulla invece sul Nicaragua di Daniel Ortega e del Venezuela di Nicolás Maduro, che Lula appoggia ed i cui paesi sono caduti “nelle grinfie del comunismo”, secondo quanto non si stanca di denunciare Bolsonaro.
Da segnalare anche che, in contemporanea con Lula, anche il Financial Times, proprietà degli Agnelli al pari di The Economist, La Stampa e La Repubblica, ha pubblicato la notizia che Guaidó non conterebbe più nulla, essendo stato “scaricato” anche dall’opposizione.
La first lady messicana accusa Ralph Lauren di plagiare la moda indigena
La moglie di AMLO, Beatriz Gutiérrez, ha accusato ieri il marchio di moda Ralph Lauren di aver plagiato i modelli indigeni per commercializzarli senza autorizzazione, un fatto che ha descritto come “appropriazione del lavoro delle culture preispaniche”. “Ehi, Ralph, ci siamo già resi conto che ti piacciono molto i design messicani, in particolare quelli che creano culture ancestrali che preservano la tradizione tessile. Tuttavia, quando copi questi modelli, incorri nel plagio”, ha accusato la Gutiérrez su Instagram. Nella sua denuncia, la presidente onoraria del Consiglio consultivo per la memoria storica e culturale del Messico ha avvertito il marchio americano che il plagio “è illegale e immorale”, per cui ha esortato l’azienda a riconoscerlo. “Speriamo che tu ripari i danni alle comunità originarie che fanno questo lavoro con amore e non per voi miliardari”, ha detto la first lady messicana.
La produzione di cocaina della Colombia è a livelli record, denuncia l’Onu
La Colombia ha registrato un forte aumento delle coltivazioni di coca, ha dichiarato ieri l’Onu, sollevando le preoccupazioni dei funzionari antinarcotici statunitensi su come il nuovo governo del Paese riuscirà a tenere sotto controllo il traffico di droga. L’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine ha dichiarato che la quantità di terra utilizzata per la coltivazione della coca, l’ingrediente principale della cocaina, è aumentata del 43% dal 2020 al 2021, da 143mila ettari nel 2020 a 204mila ettari nel 2021. Candice Welsch, direttore regionale dell’UNODC, ha dichiarato che la quantità di coca coltivata in Colombia lo scorso anno è stata un record. Il boom ha portato a quella che l’Onu ha stimato essere una produzione di 1.400 tonnellate di cocaina, il 14% in più rispetto al 2020, un altro record. “Non raggiungeremo la pace se non risolviamo il problema della produzione di cocaina” ha detto l’Onu sulla Colombia che la vuole legalizzare “equiparando il traffico di cocaina al mercato dell’alcol e delle sigarette”, ha affermato il ministro di Petro, Osuna.
Petro: “Gli Stati Uniti stanno rovinando tutte le economie” mentre in Colombia è recessione ma l’economista del Papa appoggia le riforme dell’ex guerrigliero
Il presidente di estrema sinistra colombiano Gustavo Petro ieri ha accusato gli Stati Uniti di “rovinare tutte le economie del mondo”, incolpando Washington della recessione a Bogotá, della maggiore svalutazione del peso colombiano e del più alto tasso di inflazione degli ultimi 20 anni. Petro ha affermato che l’Europa ha scatenato una “guerra per il gas e l’energia e dopo quella guerra, l’economia europea è crollata. La potente Germania sta entrando in una recessione e, chi l’avrebbe mai detto, l’Inghilterra, che un tempo era la potenza coloniale, l’Impero britannico, oggi sta cadendo a pezzi”.
Il presidente ha anche affermato che gli Stati Uniti prendono decisioni solo per proteggersi, prosciugando le economie delle nazioni dell’America Latina. Una settimana fa, Petro aveva annunciato ai colombiani che si avvicina una recessione economica, incolpando le industrie petrolifere della Colombia per il continuo calo del valore del tasso di cambio del peso colombiano. “Escono fuori i dollari che erano entrati in Colombia per l’esportazione di carbone e petrolio. Entrambi sono proprietà pubblica della nazione”, ha detto Petro. “Non tirate fuori i soldi in massa, perché in Colombia ci sono più opportunità”.
Il petrolio è la principale esportazione della Colombia contro il quale il presidente di estrema sinistra ha condotto una guerra aperta, annunciando l’intenzione di porre fine a tutti i contratti di esplorazione e produzione di gas naturale in nome della “giustizia ambientale”, che porrà fine all’autosufficienza di gas naturale della nazione. Intanto, ieri, l’economista italo statunitense atea e pro aborto Mariana Mazzucato, che indirizza la nuova politica economica propugnata da Papa Francesco era con Petro per dargli tutto il suo appoggio.
Il 72 per cento dei cubani vive al di sotto della soglia di povertà e soffre la fame
L’Osservatorio cubano dei diritti umani (OCDH) ha denunciato ieri che oltre il 72 per cento dei cubani dell’isola vive al di sotto della soglia di povertà, soffrendo la fame nel suo quinto rapporto sullo stato dei diritti sociali a Cuba. I dati, raccolti dopo aver effettuato 1.227 interviste in 59 comuni di 14 delle 16 province di Cuba, confermano il crescente deterioramento delle condizioni di vita, dei diritti, nonché le crisi strutturali.
Diosdado Cabello attacca di nuovo Boric: “immorale” e “repressivo”
“È un grande immorale! Che dopo aver fatto il giro del mondo per parlare di diritti umani, mandi i suoi carabinieri a investire e reprimere il popolo cileno che ricordava i tre anni dall’inizio di quelle manifestazioni contro Piñera, manifestazioni di cui faceva parte, ma ora è dalla parte dei repressori. Ha deciso che gli piace di più quel ruolo. Essere un repressore. La storia non perdona le persone così, non le assolve mai”, ha dichiarato il primo vicepresidente del Partito socialista unito del Venezuela.
Il 22 settembre, Cabello aveva già rimproverato a Boric il riferimento alla crisi umanitaria in Venezuela durante il suo discorso alla 77a sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. “Ci attaccano da tutte le parti”, aveva detto Cabello, anche ”all’Onu dove uno sciocco come Boric” esce a dire “cazzate” sul Venezuela. “Hai torto. Gafo (persona di poca intelligenza). Va a parlare male del Venezuela che ha tanti problemi nel tuo Paese”, disse il numero due venezuelano al presidente cileno, accusandolo di “perseguitare” il popolo mapuche e di fare “guerra” agli studenti.
Almeno 15 morti in nuovi scontri ad Haiti
Continuano gli scontri tra bande rivali nel nord-est della capitale haitiana, Port-au-
Le Ong preoccupate per “le mancanze e le omissioni” dell’accordo tra l’Onu e Maduro in cui le Nazioni Unite donano 8 milioni di dollari alla dittatura
Ieri 83 organizzazioni non governative hanno espresso preoccupazione per l’accordo firmato tra l’Organizzazione delle Nazioni Unite e il regime di Nicolás Maduro, con “carenze e omissioni evidenti” che, a loro avviso, presenta il documento quadro di cooperazione firmato. In primo luogo, hanno sottolineato che l’accordo “non menziona il contesto socio-politico in cui si svolgerà tale cooperazione, né rivela la base o la portata delle consultazioni con la società civile o altri attori interessati”. (…) “Questo quadro di cooperazione non dovrebbe essere strumentalizzato per normalizzare questa crisi.”
Le ong hanno esortato i rappresentanti delle Nazioni Unite in Venezuela a dettagliare il contesto socio-politico in cui il documento è stato firmato, “al fine di facilitare l’azione concertata dei molteplici attori nazionali e delle organizzazioni di protezione e cooperazione internazionali “.
Paolo Manzo, 22 ottobre 2022
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